Le perle poco conosciute di Firenze: la Loggia del Bigallo
Da rifugio per gli indifesi a simbolo di speranza e solidarietà, questo monumento incarna secoli di storia e devozione. Un viaggio emozionante attraverso le vicende della Compagnia della Misericordia, le storie dei bambini abbandonati e gli sforzi per garantire loro
Nel cuore di Firenze, tra le intricanti viuzze intrise di storia e fascino, sorge un monumento intriso di significato e devozione: la Loggia del Bigallo. Costruita tra il 1352 e il 1358 per ospitare la Compagnia della Misericordia, questa struttura si trasformò in un rifugio per gli indifesi e gli abbandonati, diventando una testimonianza tangibile del potere della compassione e della solidarietà umana.
La Compagnia della Misericordia, fondata nel 1244 a Firenze da Fra Pietro da Verona, un inquisitore domenicano, aveva l’arduo compito di combattere l’eresia dei Patarini e di accudire i bambini abbandonati e gli orfani. Questi infanti, spesso appena nati, venivano esposti nella Loggia del Bigallo, in attesa che qualche madre riconoscesse il proprio figlio o che la compagnia li adottasse e li prendesse sotto la propria ala protettrice.
La Loggia del Bigallo divenne così il simbolo della speranza per le madri sole e indigenti, che affidavano i propri figli alla misericordia della compagnia nella speranza di garantire loro un futuro migliore. Il destino di questi bambini abbandonati, contrassegnati spesso da un futuro incerto e precario, trovò un filo di speranza grazie all’opera generosa della Compagnia della Misericordia.
Nel corso dei secoli, la Loggia del Bigallo ha continuato a essere un faro di compassione e cura. Nel 1425, la Compagnia della Misericordia si fuse con quella del Bigallo, unendosi nell’obiettivo comune di soccorrere i bisognosi e i vulnerabili della società fiorentina.
Tuttavia, nel 1489, le due compagnie si scissero, con la Misericordia che si trasferì vicino a via dei Calzaiuoli, mentre la Loggia rimase ai Capitano del Bigallo. Questo segnò un nuovo capitolo nella storia dell’edificio, che continuò ad essere un luogo di assistenza e protezione per coloro che ne avevano bisogno.
Oggi, all’interno della Loggia del Bigallo, si trova un piccolo museo che ospita opere d’arte dei secoli XIII e XVI, tra cui un affresco di Niccolò Gerin che raffigura i capitani della Compagnia prendersi cura degli orfani, affidandoli alle amorevoli cure di donne pagate per accudirli. È interessante notare che molti fiorentini portano ancora i cognomi “Innocenti” poiché venivano dati ai trovatelli accolti dalla compagnia.
Tuttavia, nel XIX secolo, la pratica di dare nomi correlati alla loro provenienza venne abbandonata, per proteggere l’identità degli orfani.
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