A ventidue anni dalla sua morte riproponiamo uno stralcio dell’intervista che il giornalista Rai Vincenzo Mollica fece a Fabrizio De Andrè in Sardegna. Un dialogo bellissimo girato tra i monti del Limbara e il mare della Gallura, a pochi chilometri
Grande successo ieri su Sky Uno per la puntata di 4 Ristoranti dedicata alla Barbagia. I 4 partecipanti erano due ristoranti di Dorgali, Sant’Elene e Agriturismo Canales, uno di Olzai, “Su Pinnettu” e uno di Mamoiada, “Osteria Abbamele”. Chef Borghese
E’ in corso un intervento di soccorso speleologico per un gruppo che non ha fatto ritorno da una perlustrazione nella grotta di Ispinigoli. L’allarme è giunto alle 22:15 con una chiamata diretta da parte di un loro amico informato
I posti più belli della Sardegna. Fonni: il paese più alto dell’Isola. Arrivare a Fonni la sera, con tutte le luci accese, magari con la neve, vi farà vivere sensazioni particolari. Il borgo più elevato della Sardegna (1000 metri sul livello del
Lo sapevate? Perché Quartu, Sestu, Settimo e Decimo si chiamano così? Non tutti sanno da che cosa derivano i nomi di una serie di paesi dell’Hinterland cagliaritano. Scopriamolo insieme. Quartu Sant’Elena, Sestu, Settimo San Pietro e Decimomannu, storicamente devono il
È un video bellissimo quello inviatoci da Antonio Deplano. Una “dronata” mozzafiato sul bacino del Flumendosa, con la camera che vola letteralmente a pelo d’acqua. Ecco lo splendido video.
Questa foto risale a 43 anni fa e oltre alla linea delle auto inequivocabilmente anni ’70, così come l’abbigliamento dei passanti, un altro segno del passato è il filobus. Di un bel giallo vivace, così come il semaforo, ci parla
La Sardegna non è certo una regione che si possa definire molto popolata e anche i centri di grandi dimensioni non abbondano. La densità di popolazione è di 68 abitanti per km² e oltre a Cagliari e Sassari, gli unici
Secondo la tradizione cagliaritana, una forma di auspicio era l’usanza dei ciascus, molto forte sino alla metà del Novecento e ormai forse completamente scomparsa. Is ciascus erano dei bigliettini sui quali si scriveva qualcosa di generico sull’amore, il carattere e il
Il Capodanno sardo, così come in generale, era visto principalmente come momento di passaggio al futuro. Un vero e proprio “salto nel vuoto”, legato indubbiamente a rituali di presagio e auspicio, ormai scomparsi, ben lontani dallo sfarzo e dalla pomposità