La Cagliari che non c’è più propone oggi una foto eccezionale, rarissima: il panorama che si vedeva nel 1906 dai Giardini Pubblici. In primo piano il Manicomio di Villa Clara, odierna Cittadella della Salute, i campi coltivati all’uscita del quartiere
Una bella foto in bianco e nero di via Roma nel 1907. Impossibile non notare la presenza di diversi elementi che non esistono più, a partire dai due palazzi in primo piano: a destra Palazzo Zamberletti venne distrutto dai bombardamenti
Una località di mare, molto importante per la pesca ma anche per le celebrazioni legate a Sant’Efisio: sapete perché si chiama così? Scopritelo in queste poche righe. Il nome di Giorgino deriva dalla cappella di San Giorgio, nella villa Ballero,
Giardini curati, pochissimo traffico, i ficus ancora molto bassi: è una piazza Matteotti decisamente differente da quella attuale questa proposta in una vecchia immagine scattata pochi anni dopo la ricostruzione della città. Cagliari si risolleva dopo i disastri della Seconda
Nei giorni scorsi tanti bellissimi scatti della memorabile nevicata dell’85, ecco un’immagine dell’estate di quell’anno, quando la nevicata era già un ricordo. La spiaggetta di Calamosca sotto la torre, gli uomini indossavano ancora gli slip da bagno, i boxer non
Oggi, all’interno del nostro viaggio dedicato al folklore sardo, troviamo un oggetto molto amato : stiamo parlando delle bambole de pezza, chiamate anche “Pippias de zappus“. Le bambole de pezza erano un giocattolo per bambine: venivano fatte prevalentemente di stracci,
Una bella foto di via Dante nel lontano 1964. Si nota la chiesa di San Paolo (edificata nel 1955), adesso meno visibile dalla stessa posizione per la presenza degli alberi molto più alti. Sulla destra l’insegna dell’Upim.
«Provo tanta tristezza quando ripenso a quel giorno. Penso sempre che se avessero fatto calare le scialuppe subito, quando noi passeggeri chiedevamo di scendere, forse non ci sarebbero stati tutti quei morti». Le prime parole di Mirella, cagliaritana, una dei
La notizia fu tenuta nascosta perché non si voleva far sapere al nemico che gli aerei di produzione italiana potessero essere difettosi. Solo grazie alla testimonianza delle persone che assistettero all’incidente si scoprì che quelle cinque vittime non perirono sotto
La rotonda di piazza Costituzione sotto una fitta nevicata nel gennaio del 1985: un’immagine inconsueta per la città, che si risvegliò stranita davanti alla neve.