La Cagliari che non c’è più: piazza San Benedetto e via Dante in una foto a colori del 1965. Altri tempi, altre macchine, e la rotonda, più bassa di quella attuale, ricoperta di fiori e piante. Il senso di marcia
La Cagliari che non c’è più: piazza Repubblica in una foto del 1958. Una magnifica foto in bianco e nero di piazza Repubblica 60 anni fa: il Bar Europa, il distributore Agip, il “mitico” muretto e la colonnina dell’Aci: era
La Cagliari che non c’è più: piazza Repubblica in una bella foto a colori del 1965. Una vecchia immagine della città in un’estate degli anni Sessanta: tante le differenze con la Cagliari attuale. C’era il distributore della Shell sulla destra,
La Cagliari che non c’è più: via Dante, angolo via Cocco Ortu in una foto del 1964. Via Dante non è cambiata tantissimo: se si escludono gli alberi un po’ più bassi, le macchine dell’epoca, Vespa e moto guidate senza
La Cagliari che non c’è più: via Roma agli inizi del Novecento. La Darsena e il palazzo della Dogana che non esiste più. Una foto bellissima: il tram, via Roma (inaugurata nel 1883) e a sinistra, sul lungomare, il vecchio
Nel corso dei decenni, Cagliari ha perso molti dei simboli che hanno fatto la storia. Alcuni sono stati riqualificati ma altri, purtroppo, sono stati abbandonati. Uno fra questi ultimi è lo storico Teatro Alfieri di via della Pineta 211, chiuso
Forse non è mai stata il salotto buono di Cagliari, ma c’è stato un tempo in cui piazza Matteotti aveva un aspetto decisamente diverso da quello attuale. Fontane, una pavimentazione regolare, e un eleganza della quale rimane solo uno sbiadito
di Carla Cossu Immaginate di venire improvvisamente catapultati nella Cagliari del Medioevo. Se veniste colpiti da un malanno, dove andreste a farvi curare? Nei quartieri storici della città un tempo esistevano diversi ospedali: gli unici di cui conosciamo i nomi
La Cagliari che non c’è più: Casa del Balilla, un palazzo che esiste ancora ma ospita altri uffici. Sapete quali? La Casa del Balilla, inaugurata a Cagliari nel 1935 in piena era fascista fu progettata dall’architetto Emanuele Filiberto Paolini in viale
Sa Zirogna, il nerbo del bue essiccato, un tempo si poteva trovare in quasi tutte le case, era uno dei metodi educativi preferito dalle mamme cagliaritane. Probabilmente sulle nuove generazioni questa parola non sortirà alcun effetto, ma a chi ha