Non riesce l’impresa ai rossoblu di fermare la super Lazio di Pioli (quarta vittoria consecutiva) che si concede di sbagliare anche un rigore.

Al Sant’Elia finisce 3-1 per i laziali, al Cagliari la consolazione del ritorno al gol di Sau, se si può trovare un lato positivo. Perché di positivo c’è poco o niente. La squadra di Zeman ora è penultima a 21 punti, scavalcato dal Cesena che sale a quota 22 dopo il pirotecnico 3 a 3 a Verona contro l’Hellas. L’Atalanta resta a quota 26, dopo la sconfitta casalinga contro il Torino (1-2), inutile ma favoloso il gol dell’ex rossoblu Pinilla.
La squadra di Zeman parte bene ma con il passare dei minuti cede campo e gioco ai laziali: al 31′ discesa di Felipe Anderson, cross in mezzo, Mauri protegge il pallone all’altezza dell’arietta piccola e porge un cioccolatino solo da scartare a Klose che fa 1 a 0. Sussulto per i sardi con Dessena (35′) e Mpoku (42) ma niente da fare. Nella ripresa, ecco la fiammata rossoblu con la conclusione di Marco Sau, deviazione di un difensore biancoceleste e Marchetti scavalcato, 1 a 1. La gioia per il pari dura poco. Al 60′ Crisetig sgambetta Keita in area, rigore che Lucas Biglia trasforma per il nuovo vantaggio ospite. Al 69′ altro rigore per i laziali, ancora un fallo su Keita, ancora Biglia dal dischetto e palla sparacchiata in curva. Occasione per Keita su invito di Anderson, Balzano salva sulla linea. Ancora l’argentino, uno dei migliori assieme a Keita, sfiora ancora lo doppietta all’84esimo. Tris che arriva nei minuti di recupero: fallo ai trenta metri sempre sul gioiellino Keita, conclusione chirurgica di Parolo e palla nell’angolino alla destra di Brkic.
Notte fonda per il Cagliari, sicuramente non sono queste le partite dove fare punti, però si può e si deve fare di più. La salvezza è a -5, ossia il sedicesimo posto occupato dell’Atalanta. Ormai è una lotta a tre: con il Parma già in B, Atalanta Cesena e la squadra di Zeman si giocheranno l’unico pass per stare in serie A. Per il momento il Chievo a 32 può stare tranquillo, momentaneamente.
Per quanto riguarda la Lazio, settimo risultato utile consecutivo, terzo posto, terza vittoria esterna consecutiva.

C’è stato un tempo in cui calcio femminile in Italia era sinonimo di Sassari Torres.

Tra gli anni ’90 e il 2015 le ragazze di Sassari sono state la “Juventus” del calcio in rosa. Una squadra plurititolata e piena zeppa di campionesse. Tra queste hanno giocato nella Torres femminile Patrizia Panico, la spagnola Angeles Parejo (323 gol in 331 presenze) e Carolina Morace, forse la calciatrice italiana più famosa della storia.

E fu proprio l’attuale allenatrice e commentatrice tv a trascinare le rossoblù alla conquista del primo storico scudetto nel corso della stagione 1993-1994. Mentre i colleghi maschi cagliaritani arrivavano a un passo dalla finale di Coppa Uefa, le dirimpettaie del capo di sopra mietevano successi partita dopo partita. Morace segnò 33 gol e portò le sarde sul tetto del campionato anche grazie al prolifico tandem con la spagnola Angeles Parejo (30 reti). In quell’anno giocavano in Serie A anche le calciatrici della Delfino Cagliari. I derby furono cannibalizzati dalle sasaresi: 4-1 a Sassari e 6-0 a domicilio a Cagliari.

Ebbe così inizio l’epopea della Sassari Torres femminile che portò alla conquista di altri sei scudetti (1999-2000, 2000-2001, 2009-2010, 2010-2011, 2011-2012, 2012-2013), 8 Coppe Italia (1990-1991, 1994-1995, 1999-2000, 2000-2001, 2003-2004, 2004-2005, 2007-2008, 2010-2011) e 7 Supercoppe italiane (2000, 2004, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013). Questo palmares fa della SEF Torres la squadra italiana più titolata di sempre.

Nel 2015 purtroppo la società non fu iscritta al campionato per inadempienze finanziaria ed ebbe così inizio una rapida discesa “agli inferi”. Nacque la nuova società e seguirono alcuni campionati a cavallo tra la Serie C e la Serie B. Nel 2023 la società rinuncia all’iscrizione in Serie B per problemi economici. Quest’anno si spera nella rinascita dopo la vittoria del campionato regionale di Eccellenza e la nuova promozione in Serie C.