Il gruppo Facebook “Ciclisti urbani Cagliari” chiede aiuto per risalire alle dinamiche di un incidente avvenuto a Cagliari domenica scorsa, 10 dicembre, verso le ore 13, ad un ciclista di rientro da una passeggiata al Poetto.

L’uomo – racconta – è caduto in viale Cimitero, all’altezza dell’incrocio con via Logudoro ma della dinamica di quell’incidente non ricorda nulla a causa dal colpo che ha preso alla testa che gli ha provocato un trauma cranico. La caduta gli ha, inoltre, fatto perdere due incisivi e ferito il labbro e il mento. L’unico ricordo che ha è quello della presenza di un altro ciclista che lo ha soccorso e assistito fino all’arrivo della moglie che lo ha poi accompagnato al pronto soccorso. Lo stato confusionale nel quale versava l’uomo ha fatto sì che questi non ricordasse neppure perché e in che modo sia capitato. Un malore, un’auto che gli ha tagliato la strada, l’asfalto scivoloso, tutti dettagli a quali l’uomo non sa risalire, compreso il punto esatto in cui è caduto visto che, a quanto sembra, dopo la caduta avrebbe camminato a piedi.

«Se la persona che mi ha assistito dopo l’incidente legge questo messaggio, vorrei ringraziarlo e magari cercare assieme a lui di ricostruire quello che è accaduto domenica – scrive l’uomo -. Non cerco responsabilità, voglio solo ricostruire una mezz’ora della mia vita che è scomparsa dalla mia mente ma che mi ha lasciato dei bei segni sulla faccia. Soprattutto, vorrei cercare di capire se ho avuto uno svenimento che ha causato l’incidente, e allora dovrò cercare quali sono le cause di questo svenimento improvviso, oppure se ho fatto una caduta e basta, in quel caso, ci metterò una pietra sopra».

Chiunque avesse informazioni, dettagli utili a ricostruire l’accaduto può contattare la FIAB Cagliari Città Ciclabile ONLUS.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.