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Cagliari celebra Enrico Berlinguer: una mostra per ricordare, capire, guardare avanti

“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” PH Michela Girardi

“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” PH Michela Girardi

I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” non è solo una mostra. È un viaggio nella memoria collettiva, un’occasione preziosa per riflettere su un passato che continua a parlarci con una forza sorprendente. Dal 5 aprile al 31 maggio, negli spazi suggestivi della Passeggiata Coperta e della Galleria dello Sperone del Bastione Saint Remy, Cagliari accoglie un’esposizione che va ben oltre la celebrazione di una figura storica: si tratta di un’iniziativa culturale e civile che parla direttamente al cuore e alla coscienza dei cittadini.

“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” PH Michela Girardi

Il riallestimento cagliaritano della mostra – reso possibile grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna, in partenariato con il Comune di Cagliari, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Cagliari e la collaborazione di numerose istituzioni culturali come la Fondazione Gramsci, il Cespe, la Fondazione di Sardegna, la Società Umanitaria e la Cineteca Sarda – si presenta in una forma arricchita e più intima. Oltre a ripercorrere la vita e il pensiero di Berlinguer attraverso materiali audiovisivi, documenti, fotografie, giornali d’epoca e oggetti personali, a Cagliari viene introdotta una sezione speciale dedicata al legame profondo tra Berlinguer e la Sardegna, terra che lo ha visto nascere e che ha sempre sentito parte viva del suo impegno politico e umano.

“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” PH Michela Girardi

Questa mostra è importante. Lo è per i cittadini sardi, che possono riscoprire un legame personale con un leader che non ha mai dimenticato la sua terra. Ma lo è anche per tutti noi, perché offre una possibilità concreta di riflettere su cosa significhi oggi fare politica con dignità, passione, onestà. In un’epoca in cui la fiducia nelle istituzioni è fragile e la partecipazione rischia di ridursi all’indifferenza, tornare alla figura di Berlinguer significa rimettere al centro valori come il rispetto, l’etica pubblica, la coerenza tra pensiero e azione.

La mostra non si limita a ricostruire la sua biografia – dagli esordi nella sezione giovanile del PCI a Sassari, al ruolo di Segretario nazionale nel pieno degli anni di piombo – ma ne restituisce la visione politica profonda. Berlinguer è stato un uomo capace di stare in mezzo alle persone: ascoltava gli operai ai picchetti, parlava con i giovani, e allo stesso tempo parlava a milioni di italiani nei comizi con un linguaggio semplice ma carico di significato. È stato un leader capace di unire la dimensione familiare e umana a quella internazionale, parlando di pace, di giustizia sociale, di ecologia e di futuro con una lucidità che oggi appare quasi profetica.

“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” PH Michela Girardi

Le cinque grandi aree tematiche in cui si articola il percorso espositivo – gli affetti, il dirigente, la crisi italiana, la dimensione globale, l’attualità e il futuro – non sono semplici capitoli cronologici, ma vere e proprie lenti attraverso cui guardare il nostro presente. Il focus sul periodo delle riforme sociali, sulle relazioni internazionali, sul contrasto alla violenza politica e al terrorismo, ci mostra un Berlinguer capace di tenere insieme idealismo e concretezza, visione e pragmatismo.

E poi c’è la sezione dedicata al suo rapporto con la Sardegna. Qui la mostra assume una dimensione ancora più toccante, raccontando un legame affettivo e politico che ha inciso profondamente nella sua formazione. Un rapporto sincero e radicato con il popolo sardo, con il partito nell’isola, con le battaglie per il lavoro, i diritti e la giustizia sociale.

Berlinguer oggi è attualissimo. Lo è per la sua attenzione ai giovani, per il suo rispetto per l’ambiente, per la sua idea di pace come fondamento della convivenza. Lo è per quella eleganza che è l’antitesi dello spettacolo politico a cui assistiamo oggi. Lo è perché ci insegna che fare politica non significa cercare consenso facile, ma assumersi la responsabilità di cambiare le cose nel profondo, con pazienza, coraggio e integrità.

Visitare questa mostra significa scegliere di non arrendersi al disincanto. Significa tornare a credere che la politica può essere una cosa seria, pulita, necessaria. Che esiste ancora un modo onesto di stare dalla parte delle persone. Ed è forse questo il lascito più importante di Enrico Berlinguer: averci insegnato che non tutto è perduto, se si continua a lottare per ciò che è giusto.

“I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” PH Michela Girardi

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