Ecco qualche stralcio del lungo articolo che la giornalista Laura Rysman dedica alla nostra Isola, probabilmente, a quanto sembra dalle descrizioni, da lei scoperta proprio in virtù di questo lavoro realizzato per la testata americana.
““Eravamo abituati a considerarci rustici, isolati in quest’isola arretrata”, mi ha detto uno storico laico locale, Venturino Vargiu, mentre guardavamo lo stravagante spettacolo annuale di costumi popolari della città di Sant’Efisio. “Ma i sardi stanno iniziando a capire che la nostra cultura ha un valore reale per noi e per gli stranieri”.
A Cagliari c’è un’ondata di orgoglio, insieme a un’ondata di nuovo sviluppo, finalizzato soprattutto ad aumentare le già crescenti presenze turistiche. Nel quartiere in rapida trasformazione di Marina, un tempo enclave di pescatori che oggi è un vivace mix di immigrati e residenti di lunga data, una passeggiata progettata dall’architetto Stefano Boeri creerà un lussureggiante parco lungo il lungomare. Una linea di metropolitana leggera collegherà la Marina con l’entroterra di Cagliari, e un nuovo porto, progettato per il 2026, è in costruzione per spostare le navi da crociera più lontano, consentendo agli yacht di attraccare (e spendere soldi) nel centro di Cagliari.
Per Cagliari e il sud – che si estende lungo una costa di sabbia bianca e mare azzurro con spiagge meravigliose – un’ondata di turismo potrebbe rivelarsi distruttiva o essere un vantaggio per una regione a corto di opportunità. Decenni fa, la Costa Smeralda, nel nord della Sardegna, divenne un resort parco giochi per ricchi, una Milano sul Mediterraneo che simboleggiava il modo in cui i turisti possono colonizzare un territorio”. E poi Gergei, Barumini, il Giardino Sonoro di Sciola, Molentargius, Piscinas.