Applausi da tutto lo stadio per Sir Ranieri, che ingoia nel frattempo un’amara sconfitta nella sua città. La Roma chiude il primo tempo meritatamente in vantaggio per due a zero, grazie alle reti di Pellegrini e Dybala. Nel finale di primo tempo è il Cagliari a creare qualcosa in più, con la squadra di Ranieri alla quale viene prima assegnato un rigore, poi cancellato dal VAR. Non va meglio nel secondo tempo: la Roma cala il poker e batte i rossoblu che escono affranti anche dall’Olimpico.

PRIMO TEMPO. L’urlo dell’Olimpico arriva a un minuto dal fischio d’inizio: Pellegrini sigla subito il gol del vantaggio, spiazzando la difesa rossoblu. Prova subito a rispondere la squadra ospite: Dossena su cross di Nandez la mette poco a lato del palo destro. È partita forte la Roma. Ventidue minuti dopo arriva il raddoppio dei giallorossi: prima El Shaarawy, poi il tocco di Lukaku e infine Dybala la mette dentro in un’azione armoniosa. La Roma cavalca l’onda, mentre il Cagliari prova a costruire. La Roma respira, consolidando il possesso palla. Dal settore ospiti arriva il sostegno ai rossoblu: “Forza Cagliari”, rimbomba allo stadio. Illude il Cagliari l’arbitro con un possibile rigore su Lapadula, subito annullato dal Var. Tre i minuti di recupero in questa prima frazione. La Roma regala una partita entusiasmante nei primi venticinque minuti, me l’energia in questi ultimi minuti sembra un po’ calata, mentre il Cagliari, sotto di due goal, non molla.

SECONDO TEMPO. Arriva a pochi minuti dalla ripresa un calcio di rigore per la Roma: Petagna blocca la palla con la mano, Marcenaro fischia, al dischetto si presenta Dybala che batte Scuffet. In campo da meno di cinque segna anche Huijsen. Quattro a zero per una Roma molto affamata. A rincuorare Claudio Ranieri tutto lo stadio in piedi che grida il suo nome. Dieci minuti al novantesimo, i ritmi sono calati all’Olimpico. Il Cagliari è visibilmente provato per i risultato ancora parziale. Due i minuti di concessi.

ROMA (4-3-3): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Llorente (55’ Huijen), Angelino (57’ Kristensen); Cristante, Paredes, Pellegrini (55’ Bove), Dybala (73’ Baldanzi), Lukaku, El Shaarawy (55’ Zalewski). A disposizione: Boer, Svilar, Huijen, Celik, Kristensen, Sanches, Aouar, Baldanzi, Bove, Zalewski, Pagano, Pisilli, Costa Allenatore: Daniele De Rossi.

CAGLIARI (3-5-2): Scuffet; Zappa, Dossena, (62’ Viola), Mina (67’ Wiereska), Obert, Azzi (62’Luvumbo); Nandez (75’ Nandez) Prati (62’ Prati), Makoumbou; Lapadula, Petagna. A disposizione: Radunovic, Aresti, Viola, Deiola, Hatzidiakos, Jankto, Wieteska, Augello, Pavoletti, Gaetano, Luvumbo, Di Pardo. Allenatore.: Claudio Ranieri

Arbitro: Marcenaro

Marcatori: Pellegrini 1’, Dybala 23’,

Ammoniti: Nandez, Paredes

Sant’Efisio si addentra nella pittoresca chiesetta ubicata nel cuore di Villa Ballero a Giorgino, accogliendo con solennità l’affetto dei fedeli. Qui, nel raffinato contesto della dimora dei Conti Ballero, posta nella periferia di Cagliari,si compie un rituale antico e significativo.

Il simulacro del Santo, in cammino verso Pula per la sua sacra peregrinazione, giunge per la sua prima tappa in questa sontuosa residenza, accolto da un fervore religioso palpabile. La storia della famiglia proprietaria è segnata da una tragedia: nel lontano 1827, il Conte Michele Ciarella, colpito dalla perdita della moglie e dei due figli in un naufragio, decide di consacrare una parte della sua tenuta alla memoria dei suoi cari e al culto di Sant’Efisio.

È così che nella cappella della villa, splendidamente restaurata, si celebra il Santo sacrificio della messa, e si custodiscono le ceneri di Donna Antonia, consorte del Conte, nonché le ceneri stesse del Conte Michele, secondo il suo volere testamentario. È qui che il simulacro di Sant’Efisio viene accolto all’andata e al ritorno del suo percorso da Pula, con il preciso mandato del Conte affinché tale tradizione venga perpetuata da ogni erede e successore della famiglia.

Ancora oggi, il rito continua immutato: il Patrono della Sardegna, dopo aver lasciato gli abiti “cittadini” di lusso indossati fino a quel momento, si riveste degli abiti da “viaggio” all’interno della modesta chiesetta della dimora sarda. È un gesto carico di simbolismo e di antica saggezza, forse dettato dalla prudenza verso minacce quali pirati e briganti. I preziosi gioielli restano custoditi nella dimora dei Ballero, in attesa del ritorno del simulacro per il suo rapido cambio di vesti, simbolo di continuità e devozione.

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