Gli occhi sono ancora lucidi e i cuori in frantumi: probabilmente lo saranno per sempre. Sul maxi schermo le immagini del Mito e dei suoi goal catturano l’attenzione di chi arriva di tutta fretta all’Unipol Domus: nessuno vuole perdersi un solo minuto dell’omaggio a Gigi Riva. Ad accompagnare le immagini: “Se telefonando” di Mina, “Volta la carta”di De Andrè, “Come together”dei Beatles.

Mancano pochi minuti alle 21.45, Cagliari e Torino sono pronte a entrare in campo: “Quando Gigi Riva tornerà” del menestrello sardo Piero Marras è la colonna sonora dell’ingresso. Il pubblico è in piedi, guarda al cielo e applaude. In alto, nei distinti c’è lo striscione: “Per sempre Gigi Riva” e tanti cartoncini bianchi e rossoblù tenuti in mano dagli oltre seimila tifosi che occupano il settore. Dalla sud compare: Segue: “Come te nessuno mai” e “nell’Olimpo un rombo di tuono”. Va a dama il settore ospiti, tra i tifosi del Toro spuntano un “Ciao Gigi Riva” e un “Addio Gigi Riva”. Colombo fischia un minuto di silenzio. E c’è davvero silenzio all’Unipol Domus, lo stesso che ha accompagnato, nei giorni scorsi, la processione dei tifosi venuti a salutare l’uomo diventato leggenda. Una tromba intona “il silenzio”, qualcuno cerca di nascondere le lacrime. Altro fischio, lungo applauso e la gara inizia.

La curva Nord per il suo ricordo al patrono laico della Sardegna ha aspettato l’undicesimo minuto: “…Oggi invece so che era destino: stavo andando a casa mia”. Una frase tratta delle numerose interviste rilasciate da Gigi.  Lo stadio grida il suo nome: Colombo ferma il gioco per tutto l’undicesimo minuto: per sempre Gigi Riva. Ora si gioca, gli uomini di Ranieri hanno bisogno di mettere punti in saccoccia.

Primo tempo.  Subito un cambio nella panchina dei sardi: problemi alla caviglia per Sulemana: al decimo minuto entra in campo Prati. La partita la sblocca, servito da Bellanova, Zapata al ventiduesimo minuto. Vietato arrendersi: la Nord incita la squadra. Canta e li sostiene. “Vincete per Gigi Riva”.  Le occasioni per i rossoblu non mancano: jankto ci prova un paio di volte, ma la palla non supera mai Milinkovic- Savic. Scuffet, invece, para tutto ciò che può, ma il a zero del Toro arriva con Ricci al quarantasettesimo. Colombo fischia, tutti negli spogliatoi, ma c’è ancora un tempo per il Cagliari per recuperare.

Secondo tempo. Anche in questo secondo tempo, il giocatore in campo  più impegnato è sempre Scuffet. La partita sembra chiusa per i padroni di casa, ma a riaccendere le speranze ci pensa Nicolas Viola che al settantaseiesimo sogli il gol dell’uno a due. “Pitticcu su goal”, grida una donna sulla sessantina dalla tribuna. Ci prova e riprova la squadra di Ranieri, la curva canta: “Non vi lasceremo mai”. Colombo concede cinque minuti di recupero. Il Torino segna il terzo gol, la gente inizia a lasciare lo stadio, ma il Var segnala il fuori gioco. Al Cagliari rimane un briciolo di speranza almeno per il pareggio. Speranza che muore definitivamente allo scoccare del novantasettesimo con il triplice fischio di Colombo. Il pubblico lascia lo stadio in silenzio, mentre la Nord canta ancora: “C’è solo un Gigi Riva”.

CAGLIARI (3-5-1-1): Scuffet; Wieteska (46’ Pavoletti), Dossena, Hatzidiakos; Zappa, Nandez (70’ Lapadula), Makoumbou, Sulemana (Prati 10’), Azzi (70’ Augello); Jankto (46’ Viola) ; Petagna. A disposizione: Radunovic, Aresti, Lapadula, Viola, Deiola, Prati, Augello, Pavoletti, Obert, Desogus, Di Pardo. Allenatore: Claudio Ranieri.

TORINO (3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Tameze, Buongiorno, Rodriguez; Bellanova (87’ Vojvoda), Ricci (62’ Gineitis), Linetty, Lazaro; Vlasic; Sanabria (78’ Sazanov), Zapata (87’ Pellegrini). A disposizione: Gemello, Popa, Zima, Pellegri, Sazonov, Vojvoda, Njie, Muntu, Gineitis, Savva, Bianay Balcot, Ciammaglichella. Allenatore: Ivan Juric

Arbitro: Andrea Colombo

Marcatori: Zapata 22’, Ricci 47’, Viola 76’,

Ammoniti: Wieteska, Ricci, Viola, Buongiorno, Juric.

Sono trascorsi 10 anni da quell’autunno del 2012 quando qualche delinquente sparò alla testa di nonno Lucky. Lui, disperato e sofferente, si era intrufolato in un ufficio nella zona industriale di Macchiareddu e lì aspettava di morire.

Una volta recuperato e portato al rifugio di Gonnosfanadiga sono iniziate le cure che, piano piano lo hanno letteralmente riportato in vita. Qui nonno Lucky ha ripreso la sua dignità, ha trovato la felicità e le sue ferite dell’anima, oltre a quelle fisiche, hanno finalmente smesso di sanguinare.

Guardate ora com’è diventato, una trasformazione incredibile grazie alle cure e all’amore delle volontarie che si sono occupate di lui. Nonno Lucky è uno dei circa 220 cani che sono ospitati nella struttura privata Amici degli Animali gestita da Caterina Uccheddu.

Come sempre rinnoviamo l’appello: se volete aiutare ma non potete adottare, sappiate che al rifugio occorrono tanti materiali, soprattutto adesso che si sta avvicinando la stagione fredda. Coperte, lenzuola, cuscini, asciugamani ma anche ciotole, cibo, traverse, cucce, giochi.

Rifugio Amici degli Animali Gonnosfanadiga Sardegna
Per info Caterina 3486995817