Cagliari, sei nuove Jacarande nel viale Buoncammino
Il vicesindaco-assessore Giorgio Angius: “Garantire la sicurezza dei cittadini e al contempo mantenere inalterato il numero di alberi presenti in città con piantumazioni di sostituzione”.
Sabato sono state eseguite le piantumazioni di sostituzione dei sei esemplari di Jacaranda rimossi nelle scorse settimane nel viale Buoncammino, in prossimità dell’ex Caserma Carlo Alberto. L’intervento di rimozione si era reso necessario per preservare la pubblica incolumità, dopo che i competenti tecnici comunali hanno verificato l’instabilità delle piante classificate nella classe D di propensione al cedimento con gravità estrema.
“L’Amministrazione prosegue nella sua politica di garantire la sicurezza dei cittadini e al contempo mantenere inalterato il numero di alberi presenti in città con piantumazioni di sostituzione, commenta il vicesindaco e assessore del Verde pubblico, Giorgio Angius. Oggi siamo intervenuti nel viale Buoncammino, con la messa a dimora di esemplari adulti di Jacaranda nel tratto vicino a Porta Cristina. Oltre all’intervento di mantenimento del bilancio arboreo cittadino, continuano i lavori di implementazione del Servizio Parchi, Verde e Gestione faunistica e della Città Metropolitana per la forestazione urbana: tra Monte Urpinu, San Michele e via San Paolo, Cagliari potrà contare nel prossimo futuro di circa 45mila nuovi alberi, che costituiranno un valore aggiunto per una città sempre più verde”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sino agli anni ’60 a Cagliari esisteva il quartiere Ausonia, una piccola favela nata al Poetto nel dopoguerra
Il quartiere nacque fra le stalle abbandonate dell'ippodromo, dove trovarono rifugio migliaia di cagliaritani, rientrati in città dopo la fuga dai bombardamenti del 1943.
Lo sapevate? Sino agli anni ’60 a Cagliari esisteva il quartiere Ausonia, una piccola favela nata al Poetto nel dopoguerra.
Difficile immaginarlo oggi, ma c’è stato un tempo in cui al Poetto non c’erano le abitazioni di lusso che sorgono oggi. Una parentesi, circa una quindicina d’anni a partire dall’immediato dopoguerra, in cui fra la seconda fermata della spiaggia cagliaritana e l’ippodromo, sorse una sorta di baraccopoli, una piccola favela in salsa cagliaritana, il quartiere Ausonia.
Dopo la distruzione di gran parte della città a causa dei bombardamenti del 1943 e la fine della seconda guerra mondiale, migliaia di sfollati rientrarono a Cagliari, trovando però gran parte delle loro case inagibili se non completamente distrutte. Alcuni di loro cercarono perciò riparo nella passeggiata coperta del Bastione di San Remy, altri occuparono le grotte di via Vittorio Veneto, altri ancora preferirono invece prendere possesso delle stalle abbandonate dell’ippodromo del Poetto, fino a poco tempo prima rifugio per i cavalli dell’esercito italo-tedesco e abbandonate dopo la ritirata nazi-fascista, dando così vita al quartiere chiamato Ausonia. Alle costruzioni in muratura si aggiunsero poi negli anni vere e proprie baracche di lamiera e cartone. I bagni erano per lo più in comune, fuori dalle abitazioni, e il terreno e le strade, vista la vicinanza con il mare e la facile esposizione alle mareggiate, si allagavano spesso, per la gioia dei bambini e un po’ meno per quella delle mamme che dovevano fare i conti con il disagio. Furono occupati anche i box dell’ex stabilimento balneare Ausonia (da lì il nome della favela); Ausonia raggiunse circa i 2000 abitanti e si racconta che fosse una comunità molto unita e vivace: nonostante le condizioni di vita precarie si organizzavano grandi cene, cinema all’aperto, concerti e balli.
Una zona alla quale in quegli anni fu appiccicata l’etichetta di quartiere malfamato, ma abitato da tanta gente onesta, povera ma semplice. Il quartiere Ausonia pian piano si spopolò, i suoi abitanti trovarono finalmente altri alloggi in città. Fra le fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta il quartiere Ausonia fu abbattuto, mentre l’Ippodromo riprese vita intorno agli anni cinquanta e nel 1959 ci fu il rilancio dell’impianto, rimesso a nuovo, grazie alle Olimpiadi di Roma.
Nel 1961 fu deciso lo sfratto e il trasferimento degli abitanti nelle nuove case popolari di San Michele, anche se gli abitanti non volevano lasciare Ausonia, non volevano abbandonarla.
Il resto è presente, il Poetto ha cambiato veste e le villette fronte mare hanno sostituito le abitazioni fatiscenti della vecchia Ausonia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA