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Lo sapevate? Qual è il punto più alto di Cagliari?

Lo sapevate? Qual è il punto più alto di Cagliari?

Una domanda che sembra facile ma non lo è e a cui molti probabilmente risponderebbero con la risposta sbagliata. Andiamo a scoprire quale è il punto più alto della città.

Non è né la Torre di San Pancrazio, né il Castello di San Michele. Sebbene le due fortezze svettino visibilmente nello skyline cagliaritano, il luogo più alto della città è da tutt’altra parte, nel luogo meno urbanizzato, ma naturalisticamente più interessante della città.

Se vi siete mai chiesti quale sia l’altitudine massima all’interno della città la risposta è presto data: 139 metri sul livello del mare. Questa “vetta”, si trova a Capo Sant’Elia, in quel massiccio collinare meglio noto come Sella del Diavolo che si sviluppa tra il quartiere di Sant’Elia e la spiaggia del Poetto.

Il punto preciso è la Torre di Sant’Elia, da non confondere con la Torre del Poetto, sullo stesso promontorio, ma a 91 metri sul livello del mare.

A seguire dopo il colle di capo Sant’Elia, i punti più alti della città si raggiungono, nell’ordine San Michele (dove il Castello dei Carroz raggiunge i 120 metri), Monte Urpinu e Castello, dove svetta per l’appunto la torre di San Pancrazio con i suoi 36 metri di altezza, da aggiungere all’altezza del colle, per un’altitudine massima di circa 100 metri sul livello del mare.

 

La Torre di Sant’Elia, edificata nel 1282 fu la prima fortificazione edificata per difendersi dai Saraceni a Cagliari.

Durante la dominazione spagnola per fronteggiare i ripetuti assalti dei pirati Saraceni venne rafforzato il sistema di controllo delle torri costiere isolane. Sul promontorio di Capo Sant’Elia vennero edificate nuove torri e furono consolidate le strutture erette durante il periodo della presenza pisana. Tra il 1282 ed il 1638 ne furono costruite sei: la torre di Sant’Elia, la Turris Muscarum, la torre di Cala Bernat (o de su Perdusemini), quella del Poetto, la torre di Cala Fighera (distrutta) e la torre dei Segnali.

La torre di Sant’Elia, con la sua modesta guarnigione di due uomini, che vi prestavano servizio solo nella buona stagione, fu per tre secoli l’unico presidio del Capo Sant’Elia. Dopo l’attacco barbaresco del 1582,  che interessò i villaggi di Quartu, Pirri, Monserrato e Quartucciu, ne furono costruite altre due: la Turris Muscarum (che non esiste più), a Calamosca, e quella di Cala Bernat, identificabile con la Torre de su Perdusemini.

La torre di Sant’Elia, detta anche torre della Lanterna, fu edificata dai Pisani su commissione degli allora castellani del Castrum di Cagliari Bondo Camulitano e Colo Frapano.

Si trova sulla cima del promontorio, nei pressi della chiesetta eretta in onore di Elia, e rendeva possibile il controllo di tutto lo spazio di mare antistante garantendo il collegamento visivo con le altre torri costruite lungo il litorale del golfo.

Presidiata da due guardiani (poi denominati “torrieri” durante la successiva Reale Amministrazione delle Torri) fungeva da torre faro e di guardia.

In un manoscritto seicentesco è descritta la necessità della tempestiva individuazione e segnalazione del naviglio Genovese che, in quel periodo, frequentemente incrociava minaccioso quelle acque. Pare che oggetto delle ispezioni dell’epoca fosse, tra le altre cose, il quantitativo di legno raccolto e stoccato nei pressi della torre.

In questo luogo veniva tenuti accesi dei fuochi di segnalazione con i quali il Castrum di Cagliari – ancora privo delle torri dell’Aquila, dell’Elefante e del Leone – doveva essere allertato della presenza del naviglio nemico. Oltre la funzione militare difensiva, la torre era stata pensata per segnalare alle imbarcazioni la giusta rotta da seguire per raggiungere il porto. Fu dismessa nel tardo XVIII secolo dopo il tentativo di sbarco Francese (1793/94).

Attualmente la torre versa in pessimo stato di conservazione.

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