Nel pomeriggio di ieri si è verificato un tragico incidente lungo la litoranea che costeggia il lago d’Iseo – provincia di Bergamo -, dove ha perso la vita un 55enne cagliaritano, Stefano Varsi, e Michele Ferrecchia, 56enne originario di Monza.

Come riportano alcuni giornali locali, i due uomini erano a bordo di due diverse moto – che facevano parte di una comitiva di centauri – quando una delle vittime avrebbe perso il controllo del mezzo cadendo pesantemente a terra. A sua volta l’altro che sopraggiungeva avrebbe travolto l’amico, scivolando sull’asfalto con entrambi poi finiti sul muretto a bordo carreggiata. A nulla sono servito l’arrivo dei soccorsi, tra cui un elicottero del 118.

Stefano Varsi, molto conosciuto a Cagliari, era un ufficiale dell’esercito di stanza al Nato Rapid Deployable Corps di Solbiate Olona (Varese), in tanti sui social stanno esprimendo messaggi di cordoglio per la sua scomparsa.

Accadde oggi: 9 Ottobre 1967, in Bolivia viene ucciso Ernesto Che Guevara.

Dopo la Rivoluzione Cubana, nel 1967 il Che andò in Bolivia, a combattere contro il presidente Barrientos. La guerriglia, però, qui non ebbe particolare successo, e Guevara fu braccato, ferito e fatto prigioniero l’8 ottobre dall’esercito boliviano e dalla Cia. Il 9 ottobre, venne ucciso dalle truppe che lo avevano catturato.

Il cadavere di Ernesto “Che” Guevara in una fotografia scattata il 10 ottobre 1967 a Vallegrande, in Bolivia. (AFP PHOTO/ MARC HUTTEN).

Il Che è morto tra le cinque e mezzo e le sei del mattino di quel 9 ottobre. Ormai pare certo che le pallottole che lo avevano raggiunto nel pomeriggio del giorno prima non erano mortali, e che se fosse stato trasportato in serata a Vallegrande si sarebbe quasi sicuramente salvato. Tuttavia, il Che non è morto soltanto perché gli sono state negate le cure necessarie. Il Che è morto all’alba di lunedì con una pistolettata tiratagli da vicino in direzione del cuore dal capitano della guarnigione Prado. L’ordine di uccidere il rivoluzionario era arrivato direttamente da La Paz, da parte del presidente boliviano René Barrientos.

La sua ultima notte nella baracca di Higueras fu terribile: il corpo sanguinante da molte ferite, non un sedativo, non un’iniezione che potesse calmargli il dolore, ma solo una coperta e sotto la coperta la nuda terra.

A 55 anni di distanza dalla sua morte, il Che è ancora oggi considerato un simbolo di tutte le idee rivoluzionarie, l’archetipo della ribellione. Il mito del guerrigliero universale che rimarrà per sempre.

Il mausoleo di Che Guevara a Santa Clara (Cuba)

Piazza della Rivoluzione a L’Avana (Cuba)

Le statue di Che Guevara e Cienfuogos al Museo della Rivoluzione di L’Avana (Cuba)