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Dalla tecnologia ai dolci dell’Isola, le caschettes “preparate” al computer: il progetto di tre studenti sardi

Dalla tecnologia ai dolci dell’Isola, le caschettes “preparate” al computer: il progetto di tre studenti sardi

La preparazione delle gustose caschettes di Belvì passa dall’informatica. Grazie alla tecnologia è possibile imparare a fare questo dolce, e chissà quanti altri in futuro, all’interno di una cucina digitale: senza comprare gli ingredienti e senza muoversi di casa. In pratica, un modo per chiunque di diventare chef con le proprie mani. Lorenzo Montesuelli ci spiega il progetto “ECARules4Kitchen”, che vede coinvolti tre studenti dell’Università di Cagliari prossimi alla laurea.

Dalla tecnologia ai dolci sardi. La preparazione delle gustose “caschettes”, caratteristiche creazioni culinarie e simbolo della produzione artigianale isolana, ora passa anche attraverso l’informatica. All’interno di una cucina digitale, la possibilità di preparare questo gioiello di pasta violada e diventare così artisti del gusto. In pratica, un modo per chiunque di diventare chef con le proprie mani, usando gli strumenti e i giusti ingredienti della ricetta, e senza muoversi di casa.

Si chiama ECARules4Kitchen, un progetto che vede coinvolti l’Università di Cagliari e il comune di Belvì, con il finanziamento del Miur mediante borsa di Dottorato Pon per lo sviluppo delle aree interne: l’obiettivo è utilizzare i giochi creati da persone che non siano sviluppatori (del luogo) per supportare le visite in loco e da remoto.

Tra i protagonisti del progetto ci sono tre giovanissimi studenti laureandi della facoltà di Informatica: Andrea Dore, 22 anni, Lorenzo Montesuelli, 23 anni, e Daniele Pennisi, 22 anni. “Lo scopo è quello di realizzare una sorta di chef informatico mediante la cosiddetta tecnologia Unity”, spiega Lorenzo. “All’interno del sistema abbiamo inserito, nel nostro progetto, la ricetta delle caschettes e l’utente, grazie a un ‘oculus quest’, può seguire la guida virtuale e imparare così a fare questo dolce”.

In pratica, stando comodamente a casa, l’aspirante chef, munito di cuffiette e visore di realtà virtuale, vede davanti a sé la lavagna da cucina e inizia la preparazione. “Nella fase preliminare l’utente legge ciò che gli serve e i tempi necessari, proprio come in una normale cucina. Poi inizia la preparazione. Tutti gli ingredienti, visualizzati in maniera iconica e semplice tramite l’oculus quest, sono davvero a portata di mano virtuale e col puntatore si possono prendere e usare nella preparazione del dolce, passo per passo”.

Un progetto nato da zero, la cui genesi è stata un tirocinio alla facoltà di Informatica, e che ha visto i tre laureandi lavorare dallo scorso marzo gomito a gomito col gruppo di dottorandi costituito da Vittoria Frau e Valentino Artizzu, sotto la supervisione del professor Davide Lucio Spano. Insieme, poi, alla collaborazione del comune di Belvì, patria del noto “dolce della sposa”. L’obiettivo è ora la presentazione, in sede di discussione di laurea, prevista per i prossimi giorni. “Il nostro è un progetto che sta su una via di mezzo fra simulativo e ludico-didattico”, spiega Montesuelli, “ciò significa che ha il giusto livello di facilità, adatto a un utente non pratico. Si tratta di una tecnologia già presente nel mondo culinario, ma che noi abbiamo voluto applicare nella promozione del territorio sardo”.

Dunque, ecco il sottilissimo guscio di pasta violada e la farcitura di pasta di nocciola e miele, aromatizzata con scorza d’arancio. Tutto virtuale e alla portata di chiunque. Ma il gruppo guarda soprattutto alla versatilità del progetto. “In futuro si potrebbero avere altre applicazioni. Ad esempio, potrebbe essere possibile impararare in questo modo anche a preparare le pardule, ad esempio, così come tanti altri dolci”.

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