Lo sapevate? Sant’Agostino, tanto caro a Leone XIV, fu sepolto a Cagliari.
Le spoglie di Sant’Agostino riposarono a Cagliari per 215 anni. Sapete dove fu sepolto?
Le spoglie di Sant’Agostino, tanto caro a Leone XIV, riposarono a Cagliari per ben 215 anni. Un frammento di storia poco conosciuto, ma straordinario, che lega la Sardegna a una delle figure più influenti del pensiero cristiano e della filosofia occidentale. Sapete dove fu sepolto? Proprio nella chiesa di San Saturnino, uno dei luoghi più antichi e simbolici del capoluogo sardo, oggi spesso dimenticato ma un tempo scrigno di memorie preziose. Aurelio Agostino d’Ippona, filosofo, vescovo e teologo di origini berbere ma cittadino romano, visse tra il IV e il V secolo, in un’epoca di transizione e crisi, e con le sue opere contribuì in modo decisivo a definire l’identità del cristianesimo occidentale. Conosciuto universalmente come Sant’Agostino, è venerato come Padre, Dottore e Santo della Chiesa cattolica. La sua influenza attraversa i secoli e i confini: le sue riflessioni sul tempo, sulla libertà, sul male e sull’anima umana hanno ispirato teologi, filosofi, mistici e pensatori di ogni epoca. Non a caso è stato definito «il massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell’umanità in assoluto». Ma pochi sanno che le sue reliquie, dopo la traslazione da Ippona a causa delle incursioni vandaliche e il passaggio a Pavia, trovarono per un lungo periodo una tappa inaspettata proprio a Cagliari, dove rimasero per oltre due secoli. Un legame che ha lasciato tracce profonde nella memoria spirituale della città, e che merita di essere ricordato come parte del grande racconto che unisce la Sardegna alla storia universale della fede e del pensiero.
Il corpo di Agostino raggiunse Cagliari probabilmente nel 507-508, con la diaspora dei vescovi del nord-Africa, causata dalla conquista vandala. Si costruì un luogo di culto composto di un santuario e una cripta, nella quale furono custodite le reliquie fino all’ottavo secolo. Dopo l’espansione saracena e la missione longobarda che ne trafugò il corpo, una pastorale e la mitra, rimasero a Cagliari le tre vesti: una casula, una dalmatica e una tunicella, che con ogni probabilità ricoprivano il corpo o un simulacro-reliquiario.
A Cagliari, si conserva ancora, nonostante le complesse vicissitudini, la cripta che formava l’antico santuario, sotto il palazzo Accardo, nel largo Carlo Felice.
Il tesoro della Cattedrale, oggi nel museo diocesano, preserva le tre straordinarie vesti liturgiche, memoria autentica della presenza delle importanti reliquie in città. Si tratta di manufatti realizzati in lino e seta, ornati da inserti serici provenienti dalla Cina, ascrivibili all’epoca Tang. Proprio questi inserti, realizzati in seta e fili d’oro e d’argento, documentano con precisione il periodo coincidente con i secoli di permanenza del corpo di Sant’Agostino in Sardegna.