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Lo sapevate? Il Santuario di Bonaria a Cagliari prima aveva una facciata bicroma

Lo sapevate? Il Santuario di Bonaria a Cagliari prima aveva una facciata bicroma.

Guardate i colori del santuario accanto alla basilica di Bonaria ancora in costruzione. La bicromia è scomparsa, oggi restano le forme tipiche del gotico catalano. E voi come lo preferite? Con i colori attuali o con quelli di un tempo?

Il santuario di Bonaria, la chiesa che si trova proprio accanto alla Basilica di Bonaria, è la più antica del colle. Il santuario in stile gotico-catalano risale alla prima metà del XIV secolo; qui è custodito il simulacro di “Nostra Signora di Bonaria” (o “Madonna di Bonaria”), titolo dato alla Madonna, come patrona massima della Sardegna e di Cagliari, protettrice dei naviganti.

Il santuario è la parte più antica del complesso e fu il primo esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna. Nel 1324, durante l’assedio di Castel di Castro, l’infante Alfonso fece costruire su questo colle, detto in catalano di Bon Aire ovvero “buona aria”, una cittadella fortificata. Nel 1326 Pisa abbandonò per sempre la Sardegna e, nel 1335, il re donò l’area di Bonaria ai frati dell’Ordine di Santa Maria della Mercede, all’epoca nel suo massimo splendore, i quali vi fecero costruire un convento con annessa la chiesetta, di stile catalano-aragonese.

 

Il santuario trecentesco venne ampiamente rimaneggiato negli anni cinquanta del XX secolo, allo scopo di riportarlo alla forma originaria. La facciata, allineata a quella della basilica, è molto semplice, a capanna. Per accedere alla chiesa si entra dal portale, in stile gotico, che fu recuperato dalla medievale chiesa di San Francesco in Stampace, che fu demolita nel XIX secolo.

L’interno, sempre in stile gotico-catalano, è a navata unica con volta ogivale. Sul lato sinistro si aprono tre cappelle, anch’esse in stile gotico, voltate a crociera, mentre sul lato destro si trova l’arco che unisce il santuario alla basilica (le quattro cappelle che si aprivano su questo lato furono demolite in seguito ai lavori di costruzione della basilica).

In fondo all’aula, sopraelevato rispetto al pavimento, si trova il presbiterio che termina con l’abside poligonale dov’è l’altare maggiore; questo è il cuore del santuario, perché sull’altare è intronizzata l’imponente statua lignea trecentesca della Madonna col Bambino, detta Nostra Signora di Bonaria, meta della devozione dei fedeli che, per venerarla, salgono le scalette ai due lati dell’altare, trovandosi così all’altezza dei piedi della statua.

Alla base della balaustra, ai lati della scala d’accesso al presbiterio, vi sono le tombe di Domenico Alberto Azuni (sinistra) e quella del servo di Dio fra’ Antonino Pisano (destra), frate mercedario di Cagliari, morto nel 1927. In tribuna è ubicato un organo (1886), costruito da Carlo Aletti di Monza.

Nel corso dei secoli, al santuario di Bonaria sono stati donati numerosi oggetti ex voto che anticamente venivano appesi nelle pareti laterali. Tra questi una piccola statua raffigurante una navicella di avorio, lunga circa 30 cm che si trova nell’architrave immediatamente prima dell’abside dove è collocata la statua della Vergine. Tale oggetto è uno dei più antichi che il santuario possa vantare.

Secondo la leggenda, la navicella fu donata nel XV secolo da una tra i tanti pellegrini che si recavano al santuario per venerare la statua. La pellegrina, del quale non si conosce l’identità, inizialmente, aveva pensato di destinare l’ex voto alla Terra Santa ma, rimasta colpita dalla storia del santuario, decise di donare la navicella alla Madonna di Bonaria. Questa fu appesa con una cordicella, sospesa sopra l’abside, e fin da subito fu meta di pellegrinaggio dei pescatori della zona, ed ivi è rimasta: si dice infatti che quest’oggetto indichi la direzione delle correnti che spirano nel Golfo di Cagliari. Per questo motivo i pescatori cagliaritani, prima di avventurarsi nel mare aperto, si recavano al santuario per chiedere informazioni e la navicella si spostava e con la prua indicava la direzione del vento.

La costruzione della basilica, che affianca il santuario, risale al 1704, quando i frati mercedari decisero di edificare una chiesa più grande in onore della Vergine di Bonaria. La chiesa, costruita su progetto dell’architetto piemontese Antonio Felice De Vincenti, era stata progettata in origine in stile barocco; i lavori subirono però delle interruzioni, e verso la fine del XVIII secolo vennero affidati all’architetto Giuseppe Viana, che rielaborò il progetto in stile neoclassico.

 

 

 

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