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Lo sapevate? A Cagliari, sotto il palazzo dell’INPS, c’è un’antica lavanderia del I sec. a. C.

Lo sapevate? A Cagliari, sotto il palazzo dell’INPS, c’è un’antica lavanderia del I sec. a. C.

Le “Fulloniche” erano delle lavanderie dove si lavavano e si tingevano i tessuti. A Cagliari, sotto il palazzo dell’ I.N.P.S., nell’area tra via XX Settembre e Viale Regina Margherita, si trovano i resti di una fullonica il cui proprietario si chiamava Rufus. All’interno è conservato un bellissimo mosaico.

Risale alla fine del I sec. a.C., ed è stata scoperta casualmente nel 1956 durante i lavori di costruzione un edificio adiacente a quello dell’ I.N.P.S. Si tratta di una fullonica, o meglio, dei suoi resti. Furono ritrovati un bancale in muratura, due vasche, l’anello che circondava i bordi di un pozzo, e il pavimento in parte in cocciopesto, e in parte in mosaico, e pezzetti di marmo colorato.

Il mosaico oltre che raffigurare delfini, ancore e alligatori in tessere nere su fondo bianco, reca un’iscrizione: “M. Ploti Silisonis F. Rufus” (Rufo, figlio di Marco Plotio Silisone), probabilmente il proprietario della fullonica. Le vasche si riempivano con miscele di pigmenti e venivano utilizzate per la tintura dei tessuti.

In antichità, presso i romani, il fullo, (plurale: “fullones”), era colui che lavava i tessuti, conosciuto grazie a molte iscrizioni pervenuteci dall’Italia e dalla parte occidentale dell’Impero romano, nonché da numerosi riferimenti presenti nella letteratura latina di autori quali Plauto, Marziale e Plinio il Vecchio. Si trattava di un’attività commerciale molto redditizia, tanto che l’imperatore Vespasiano aveva imposto una tassa sull’urina umana.

La follatura è un trattamento meccanico che conferisce compattezza, leggerezza e morbidezza a tessuti di lana o a feltri. Spesso gli schiavi preparavano le tele di lana o di lino per le tinture oltre ad occuparsi, successivamente, della loro pulitura.

Il fullo lavorava in una folleria o fullonica. Abbiamo anche prove che i fullones trattassero il tessuto direttamente sul telaio, sebbene non tutti gli studiosi siano concordi su questo. In alcune grandi fattorie, le follerie erano costruite nel luogo in cui gli schiavi usualmente pulivano il tessuto.

In diverse città romane sono stati trovati i laboratori dei fullones.

I più importanti esempi sono stati rinvenuti a Ostia e Pompei, ma fullonicae sono state trovate a Delos, Firenze e Frèjus. Mentre i piccoli laboratori a Delos risalgono al I sec. a.C., quelli a Pompei sono datati I sec. d.C. e gli stabilimenti di Ostia e Firenze furono costruiti sotto gli imperatori Traiano e Adriano.

 

Durante gli scavi sembra siano state ritrovate anche due grandi anfore delle quali però non c’è traccia e sembra che accanto alle due vasche principali ne siano state ritrovate delle altre più piccole, ma probabilmente furono ricoperte per proseguire i lavori. Oltre ai resti della fullonica, dagli scavi riemerse la struttura muraria di forma quadrangolare, di una costruzione di epoca successiva, tardo romana, probabilmente una struttura difensiva costruita con blocchi di pietra reimpiegati da altre costruzioni. In un blocco si trova un fregio dorico e in un altro l’iscrizione: C. Apsena. C. F. Heic Heic Est Pollio. La struttura è visitabile in particolari occasioni come le giornate di “Monumenti Aperti” l’accesso al complesso si trova in via XX settembre.

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