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Lo sapevate? Nel 1942 Benito Mussolini visitò Montevecchio, in quel periodo una delle miniere più importanti d’Europa

Lo sapevate? Nel 1942 Benito Mussolini visitò Montevecchio, in quel periodo una delle miniere più importanti d’Europa.

Dopo aver consumato nella cucina dell’albergo il rancio dei minatori (mangiò maialetto e ceci in umido), Mussolini visitò le aule e gli impianti dell’edificio scolastico e si affacciò al balcone per rispondere al saluto della folla.

In quel momento, uno dei dirigenti della società annunciò ai lavoratori le provvidenze che furono decise per festeggiare la venuta del Duce: un premio di assiduità per coloro che lavoravano nelle gallerie, un premio ai familiari dei bisognosi e dei richiamati alle armi e la riduzione del venti per cento sul pagamento delle somministrazioni per coloro che usufruivano delle mense operaie.

Il Duce fu in Sardegna dal 10 al 16 Maggio 1942, passò per Sassari, Tempio Pausania, La Maddalena, Caprera con visita alla tomba di Garibaldi, Macomer, Nuoro, Oristano, Mussolinia, Montevecchio, Cagliari, Sant’Antioco e Carbonia.

 

Montevecchio è un ex compendio minerario che si trova nella provincia del Sud Sardegna, nei territori comunali di Guspini e di Arbus. Il centro abitato, sorto in località Gennas Serapis, è una piccola frazione del comune di Guspini.

Il compendio minerario di Montevecchio era formato da diversi cantieri di estrazione e lavorazione dei minerali, di un centro abitato, sede dei principali servizi e delle sedi della dirigenza, e di alcuni villaggi operai.

L’attività estrattiva sfruttava l’omonimo filone Montevecchio: questo, ricco di blenda e galena, minerali da cui si ricavano rispettivamente lo zinco e il piombo, è lungo circa dodici chilometri. Sullo stesso filone insiste anche il compendio minerario di Ingurtosu.

Il centro amministrativo del compendio, che sino agli anni Sessanta era un luogo all’avanguardia, è posto in un altopiano tra i più alti del territorio. Erano presenti gli appartamenti dei dirigenti della miniera e delle cariche più alte al servizio delle compagnie che si susseguirono nella gestione della miniera, diversi palazzi con alloggi per gli operai, il palazzo della direzione con annessa cappella dedicata a Santa Barbara e altri uffici della dirigenza, i servizi più importanti, come la caserma dei carabinieri, l’ospedale e le scuole, un ufficio postale, un laboratorio chimico, l’ufficio geologico, cinema e campo da calcio, dove giocava la squadra locale Montevecchio, grande realtà sportiva che arrivò sino alla serie C.

Attualmente è abitato da poche centinaia di persone ed è una frazione del comune di Guspini, mentre le case di Sa Tanca sono ricomprese nel territorio di Arbus. Nel periodo di massima attività estrattiva, il compendio arrivò a contare oltre tremila abitanti.

A est di Gennas Serapis si trovano i cantieri di levante. Il cantiere di Piccalinna e il cantiere di Sant’Antonio. In questa parte del compendio si trovavano diversi villaggi operai: tra essi, il più importante è senza dubbio il Villaggio Righi, sulla strada che da Gennas porta ad Arbus. Tra le varie opere industriali è degno di nota il Pozzo Sartori, inaugurato il primo giugno 1941 con il nome di Pozzo Impero, che si sviluppa in profondità fino a toccare i 288 metri sotto il livello del mare.

A ovest del centro di Gennas Serapis si trovano i cantieri di ponente: Sanna, Telle e Casargiu; a ovest del cantiere di Casargiu incominciava il compendio di Ingurtosu.

La ricchezza mineraria della zona di Montevecchio era già nota ai tempi della dominazione dei Romani in Sardegna.

Il massimo splendore della miniera si raggiunse a cavallo del secondo conflitto mondiale.

Nel 1939 la società assunse il nome di Montevecchio SIPZ, società italiana del piombo e dello zinco, nello stesso anno si ebbe la massima produzione di minerale.

L’arrivo della guerra vide un generale rallentamento delle attività, nonostante una visita di Benito Mussolini nel 1942. Contestualmente alla realizzazione del campo di volo a Sa Zeppara, alcuni operai delle officine della miniera furono impiegati nelle operazioni di manutenzione agli aerei. Dopo l’armistizio di Cassibile del 1943 l’estrazione rimase praticamente ferma e a causa delle condizioni in cui versava la nazione, le officine e i laboratori chimici si arrangiarono a fare qualsiasi cosa potesse essere utile (ad esempio la realizzazione di saponi).

Nel Dopoguerra le attività ripresero con vigore. Nel 1948 si celebrò anche il centenario della nascita della miniera. Furono sviluppate molte opere, sia nel settore propriamente estrattivo sia nelle opere civili di complemento, come la diga intitolata a Guido Donegani. In questi anni si ebbero grandi produzioni, così la società arrivò a diventare la maggior produttrice italiana di piombo e zinco. Questo periodo durò fino agli anni sessanta.

Le miniere di Montevecchio furono tra le più produttive d’Europa: le attività estrattive partirono dall’antichità, cessando definitivamente nel 1991.

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