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L’angelo dei cani di Kiev: Andrea, sotto le bombe e la neve, vive per i 400 animali del suo rifugio

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Neanche le bombe e la guerra lo hanno fermato, né il gelo, tantomeno le difficoltà quotidiane che si trova ad affrontare ogni giorno in una terra che, per gli animali, non è di certo un Paradiso. Lui si chiama Andrea Cisternino, è italiano e da oltre 10 anni gestisce a Kiev un rifugio (Rifugio Italia KJ2) per animali maltrattati e bisognosi di cure in cui ne ospita circa 400. In alcuni paesi dell’Est il randagismo è una vera piaga sociale: non è raro vedere branchi di cani, soprattutto nelle periferie delle città, in cerca di cibo aggirarsi per le strade. La “soluzione” che hanno scelto in queste zone è ammazzarli, letteralmente. Nessuna informazione o indottrinamento sulla sterilizzazione ma una risoluzione al problema solo sintomatica. Non li vogliamo per le strade? Ok, li uccidiamo.

Sono tanti (ma non abbastanza ovviamente) i volontari che hanno deciso quindi di dedicarsi a queste povere anime innocenti dell’Est Europeo, nel tentativo anche di importare in loco la cultura del rispetto animale e uno di questi è proprio Andrea che adesso si è ritrovato nel mezzo di una terribile guerra che sta sconvolgendo le menti e gli animi di tutto il mondo. Lui, come tutti i volontari carichi di passione e motivazione, non si è fermato, neanche in questo momento terribile per chiunque, lì a Kiev.

La situazione nelle ultime ore sta purtroppo degenerando: per tre giorni Andrea è rimasto senza linea e non ha potuto far avere sue notizie. Il web si è mobilitato e si è venuto a scoprire che venerdì scorso era stata fatta saltare una diga e le strade che portano al rifugio sono tutte interrotte, per cui lui e gli altri volontari risultano isolati. Ci sono molti combattimenti vicino al rifugio, carri armati, scoppi di bombe e colpi di mortai. Questa guerra, ogni guerra è una tragedia e a pagarne le conseguenze più terribili sono sempre gli innocenti e anche gli animali in quanto esseri viventi hanno diritto di essere curati e nutriti.

Che non se ne faccia una questione di specie: Andrea con i “suoi” animali ha fatto un patto, quello che dovrebbe fare ogni padrone col proprio, di prendersene cura al di là di tutto. E lui lo sta facendo, con enorme coraggio. «Io ho deciso che posso anche morire qui coi miei animali. Meritano di essere protetti a ogni costo», ha scritto qualche giorno fa sul suo profilo Facebook. In guerra gli innocenti sono tutti vittime. E chiunque provi anche solo a dare una mano è un eroe perché non si è chiuso nell’indifferenza, il vero male dei nostri tempi.

 

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