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Quando a Cagliari l’amore era fatto di sguardi: “su fastigiu” dai balconi della città

C’era una volta in cui in Sardegna si faceva all’amore con gli sguardi. Tempi lontanissimi, in cui l’approccio con l’altro sesso avveniva in maniera più lunga e “articolata”, ma certamente non meno profonda. Del resto, quanti matrimoni sono nati così, da una semplice occhiata, e per di più arrivati sino a oggi.

A Cagliari e in generale nella Sardegna del sud s’amòri de ogu era una pratica molto comune, prima del fidanzamento vero e proprio. Un incrocio di rapide occhiate, castiàdas furtive durante le passeggiate, spesso e volentieri difficili da notare per tutti, fuorché i due interessati.

È Il rito tradizionale del corteggiamento,  preludio di quello che, nelle rosee aspettative dei due, sarebbe stato il fidanzamento vero e proprio. A Cagliari si chiamava su fastìgiu: la fanciulla stava al balcone e dalla strada il giovane poteva ammirarla. Le su, lui per strada, il viso rivolto verso l’alto.

Spesso il giovane appoggiava le spalle al muro del palazzo dirimpettaio, magari dandosi un’aria di orgoglio e soddisfazione. Discorsi? Non troppo “sul sentimento”, dal momento in cui, vista la distanza e la conseguente necessità di alzare la voce, qualcuno avrebbe potuto sentire. E a Cagliari, si sa, i vicini possono non essere troppo discreti.