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Lo sapevate? La Ratantira Casteddaia è stata ideata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale

Lo sapevate? La Ratantira Casteddaia è stata ideata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Da qualche anno, Covid-19 a parte, dopo un periodo di silenzio Cagliari ha riscoperto la sua tradizione carnevalesca. Le ultime sfilate della Ratantira (nome onomatopeico dato al suono dei tamburi, piatti e grancasse che accompagnavano le maschere, una marcetta suonata con percussioni con una metrica abbastanza breve e ripetuta incessantemente)  si erano tenute a fine del 2000 ma già dagli anni ’90 la manifestazione si era consumata in una lenta agonia che a poco a poco aveva visto scomparire prima i carri allegorici e in seguito sfilata e maschere tipiche.

Sa Ratantira, ideata e ripristinata nel 1946 grazie al cavaliere Giovanni Loddo, ai fratelli De Salvi, Tonino D’Angelo e Pinuccio Schirra della Gioc (storica associazione stampacina che oggi non c’è più) ha rappresentato per i cagliaritani doc un vero e proprio momento di unione, cooperazione e tradizione. Le maschere classiche come sa Dida, su Maccu, su Tiaulu, sa viuda, sa Gattu, sa Panettera, su Palliatzu, s’Arregatteri, su moru, su piscadori, su caddemini, su dotori, su sabateri e su piciocu de crobi negli anni ’80 vengono accompagnate da altre più attuali che, a poco a poco, diventano anch’esse tradizionali come Carmen Miranda e le ballerine brasiliane impersonate da uomini baffuti, che scimmiottano le ballerine di samba del Carnevale di Rio. E al suono della Ratantira si sono accompagnati in quegli anni i celebri ritornelli “cambara cambara cambara e maccioni, pisciurrè, sparedda e mummungioni”, e “Donamì una cicca, donami’ndi un’attra, custa non mi bastarà arren..gen..gen”, indimenticabili colonne sonore che emozionano ancora ogni cagliaritano doc.

 

La figura principale del carnevale è comunque Cancioffali, un re fantoccio, che viene portato in corteo per tutta la sfilata e poi bruciato in un falò nel giorno di martedì grasso, a sancire la fine del carnevale e inizio della Quaresima.

Al termine della Seconda guerra mondiale la città di Cagliari si ritrovò ancora devastata dai bombardamenti degli Alleati del 1943. Dopo il conflitto la cittadinanza aveva bisogno di svaghi e azioni in grado di ricucire il tessuto sociale. La Società di Sant’Anna, corporazione e associazione culturale nata nel 1782 a cavallo tra i quartieri di Castello e Stampace, si prese carico di riorganizzare il Carnevale Cagliaritano. L’organizzazione confluì nel circolo Tognolo e poi nella Gioventù Italiana Operaia Cattolica, nota appunto anche con l’acronimo di GIOC. Questa associazione cattolica trovò spazio nella chiesa di Santa Restituta, sempre a Stampace, grazie al monsignor Ernesto Maria Piovella che il 10 ottobre 1945 concesse provvisoriamente i locali della chiesa per aprire un circolo ricreativo, le quali attività iniziarono il 9 dicembre dello stesso anno, in attesa di nuovi spazi che sarebbero nati. Tali spazi comunque non arrivarono mai e la chiesa smise di essere luogo in cui venivano officiate le messe e divenne de facto la sede dell’associazione.

Nel 1946 venne organizzato quindi il primo carnevale. Inizialmente la sfilata prevedeva solamente maschere tipiche, solo successivamente nelle edizioni più ricche degli anni settanta e ottanta si aggiunsero carri allegorici di carta pesta. Progressivamente infatti oltre alla GIOC parteciparono all’organizzazione altri gruppi storici come il Dopolavoro Ferroviario, la GRUC di Castello, e il Villaggio Pescatori di Giorgino.

 

 

 

Negli anni Duemila il Carnevale ebbe un lento declino, ma nel 2008 la Curia cagliaritana decise di riappropriarsi della chiesa di Santa Restituta, sfrattando la GIOC che non trovando più uno spazio per le sue attività fu costretta a sciogliersi, determinando quindi l’interruzione della sfilata di carnevale nel capoluogo sardo, se non con qualche edizione organizzata da altre associazioni dedicate principalmente ai bambini.

Da qualche stagione le maschere sono ritornate in città. Ciò che era mancato negli anni di silenzio della Ratantira non è stata l’assenza di volontà da parte delle associazioni e comitati di quartiere ma qualcuno che coordinasse tutte queste forze.

Dal 2017 un nuovo gruppo di organizzatori, l’associazione Sa Ratantira Casteddaia, ha ripristinato il Carnevale Cagliaritano riprendendo le originali maschere e l’aspetto tradizionale.

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