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Attività storiche cagliaritane. Quasi 100 anni per la tabaccheria di Giovanni Serra: quando il lavoro dura tutta la vita

Immortale quanto la bellezza del centro storico cagliaritano. Nella piazza Martiri, crocevia di “vasche” e lunghe passeggiate per le strade dello shopping, resiste fiera e orgogliosa la tabaccheria di Giovanni Serra. Un’attività che dal 1922 ha visto di tutto e di più nella città.

 

Il signor Giovanni non c’è da tempo, ma molto di più. Dagli anni ’60 davanti al monumento ai Caduti, fra turisti fotografi e passeggianti in cerca di sosta sui gradoni dell’obelisco. E prima ancora, quando da bambino aiutava il padre, poco più giù lungo la via. Ma sempre nella sua Cagliari.

 

Forte dei sui 84 anni e di una vita intera passata dietro il bancone, e non solo, racconta con calore infiniti racconti della nostra città. Impossibile non stare ad ascoltarlo per ore.

 

“Casteddaio” e classe 1937, un’attività, neanche a dirlo, ereditata dal papà Nicolò, il signor Giovanni è prezioso testimone della storia cittadina sino a oggi. Dal ’22 la tabaccheria ha sempre visto il via vai di artisti, poeti, musicisti e politici. “Anche Alziator e Lussu venivano qui”, spiega con orgoglio. E al nome del padre del PsD’Az, fumatore di sigari, ecco che il ricordo, di chi allora era bambino, va all’assalto fascista all’abitazione privata del politico.

 

Certo, tante storie belle, ma pure brutte. Come i bombardamenti del ’43 che hanno sventrato senza pietà la nostra città. “Mio padre era andato al Monopolio per fare rifornimento di sigarette. E mentre saliva col carrello verso la tabaccheria, ecco un’incursione aerea. Scappato via? No, è rimasto con la merce e si è riparato in qualche modo. Doveva difendere il suo lavoro”.

 

Attività difesa con le unghie con i denti, anche dalle bombe. Soprattutto quando quel lavoro, concesso dallo Stato dopo la Grande Guerra, serviva a sfamare la famiglia. Poi, però si doveva difendere anche la propria vita. E così i Serra, vista Cagliari cadere rovinosamente sotto i dardi nemici, sfollano a Serri.

 

Poi, negli anni ’60 il passaggio di consegna e il signor Giovanni, ormai adulto, prende in mano le redini della tabaccheria, nella sua sede attuale, fra sigarette e altro. “Si vendeva il chinino di Stato, per curare la malaria. Poi c’era il laudano, usato anche come sedativo, e poi la nicotina, che ai tempi serviva a curare le piante”. E poi,

 

Ma, dopo il lavoro, c’era il tifo, ovviamente quello rossoblù e per Gigi Riva, idolo indiscusso e bandiera leggendaria di tutta la Sardegna. “Dopo lo scudetto del ’70, noi tifosi abbiamo raccolto tante firme per trattenerlo qui. Poi, lui c’è rimasto autonomamente”.

 

Anni di vendita e tante curiosità da raccontare, su una Cagliari davvero diversa da oggi. “Si diceva che le ragazze da marito che consumavano tabacco da fiuto fossero più avvenenti agli occhi degli uomini. Ecco allora che tante venivano a comprarsi le tabacchiere porcellanate, solo per mettersi in mostra”.

 

Storie di vita di società, quella di un tempo. In mezzo a qualche episodio esoterico, fatto di racconti di presunti fantasmi del centro storico. “Si racconta che alcuni locali di questa zona siano abitati da spiritelli. Ci creda chi ci vuole credere ovviamente”.

 

Dal 2013 la tabaccheria è stata insignita del titolo di “negozio storico”, con tanto di targa esposta fuori. Dietro il bancone, anche il figlio Nicola. Ma per il signor Giovanni, oggi 84 anni e una vita di lavoro alle spalle, il tempo di godersi solo la pensione è ancora molto  lontano.

 

 

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