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Lo sapevate? Dagli anni Venti agli anni Quaranta il Cagliari giocò in uno stadio che si trovava proprio lì dove oggi c’è la Mediateca

Lo sapevate? Dagli anni Venti agli anni Quaranta il Cagliari giocò in uno stadio che si trovava proprio lì dove oggi c’è la Mediateca.

 

Lì dove ora si trova la Mediateca del Mediterraneo un tempo si trovava lo stadio di via Pola: campo in terra battuta, sistemato in centro città, con i posti per gli spettatori ricavati nel pendio del colle.

 

Il primo campo sportivo del Cagliari foootbal club fu allestito però in viale Trieste e venne inaugurato l’8 settembre 1920 dalla «madrina» Loi Donà: i ragazzi di casa (che indossano una casacca nero e azzurra) incontrano la «fortissima squadra di Sassari», come riportano le cronache d’epoca. Il Cagliari vinse 5 a 2, con tripletta di Cocchino Figari. Lo stallaggio Meloni resta la sede delle partite del Cagliari per 3 anni. Nel 1925 (e non come erroneamente riporta la targa) la squadra si trasferì nel più comodo impianto di via Pola, al termine di via Mameli, a poche centinaia di metri dallo Stallaggio Meloni. Qui il Cagliari rimase rimase per quasi trent’anni.

 

 

Nel dopoguerra la federazione impose il cambio, troppo disagevole il terreno di via Pola. Nel 1951 il presidente Loi stringe un accordo col presidente della società ginnastica Amsicora Manlio Cottiglia: il Cagliari entrò in quello che per vent’anni sarà il suo tempio, lo stadio Amsicora, dove vinse lo Scudetto. Poi arriveranno gli stadi Sant’Elia, ancora l’Amsicora per i lavori per Italia ’90, il Sant’Elia riaperto, la breve parentesi al Manconi di Tempio, Is Arenas a Quartu, quindi la Sardegna Arena (ora Unipol Domus).

Sul campo di via Pola il Cagliari disputò le sue prime partite con la divisa che riportava i colori sociali il Rosso e il Blu: era il 1927. Qui il Cagliari disputò anche le gare del primo campionato nazionale, quello della Prima Divisione Sud, per due anni.

 

 

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale subì ingenti danni a causa dei bombardamenti delle truppe Alleate. Reso di nuovo agibile divenne il teatro del campionato di serie C e della prima, storica promozione in serie B. Così come ora accadrà per lo stadio Sant’Elia, anche il campo di via Pola venne dismesso e in quel terreno fu costruito un mercato, poi trasformato in Mediateca.

Il Comune, proprietario del terreno, infatti smantellò l’impianto di gioco e ci costruì un edificio coperto che diventò uno dei mercati rionali coperti della città già dalla metà degli anni’50, in sostituzione del mercato civico del Largo Carlo Felice e fu aperto contemporaneamente con il mercato di San Benedetto tuttora in funzione. Svolse questa funzione fino al 1998 poi dopo la chiusura si decise di riqualificarlo. Nel 2007 iniziarono i lavori e nel 2011 venne inaugurata la Mediateca del Mediterraneo, un polo culturale multifunzionale con spazi commerciali, area formazione, laboratori fotografici, area convegni e sale lettura. Ospita soprattutto la sede dell’Archivio Storico e la Biblioteca generale centrale e di Studi Sardi.

Dell’impianto sportivo non rimane oggi nulla ma sul lato sud del fabbricato del mercato venne posta nel 1989 una targa commemorativa a perenne ricordo delle gesta sportive lì disputatesi per oltre 25 anni. La targa erroneamente riporta 1924 come fondazione invece che 1925.

 

Lo stadio era dotato di una tribuna principale con la parte centrale coperta da una struttura sorretta da pilastri metallici tipici delle tribune all’inglese di quel periodo. La tribuna era stata costruita sfruttando la pendice del colle, protraendosi infatti da via Pola fino al sovrastante corso Vittorio Emanuele II, vicino alla chiesa dell’Annunziata di viale Merello. Attualmente esiste ancora la scalinata che collega i due livelli. Sull’altro lato invece era presente un’altra gradinata laterale scoperta mentre nei lati corti erano presenti solo delle recinzioni. La tribuna coperta resistette per dieci anni, quando nel 1935, a causa del fallimento del Club Sportivo Cagliari, venne smontata e pignorata dai creditori, lasciando l’impianto per tutto il resto della sua esistenza con sole due tribune scoperte. La capienza totale era di 5000 spettatori.

Il campo da gioco inizialmente fu in erba naturale, come trapela dalle cronache del tempo che parlavano di «pelouse», termine francese molto utilizzato all’epoca per indicare il manto erboso. Tuttavia, l’assenza di irrigazione, i primi caldi primaverili e l’utilizzo intensivo dell’impianto distrussero il terreno di gioco che quindi si trasformò subito nel più classico campo in terra battuta. Tolto il primo inverno quindi, il Cagliari giocherà in terra battuta, consuetudine protrattasi fino al 1964, quando fu necessario impiantarla allo Stadio Amsicora, una volta ottenuta la prima promozione in Serie A.

 

 

 

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