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Cagliari, lutto nel mondo del giornalismo. Addio al noto cronista Corrado Grandesso Silvestri

Corrado Grandesso Silvestri ( Foto Unione Sarda)

È mancato a 74 anni, Corrado Grandesso Silvestri, noto giornalista cagliaritano, per tanti anni cronista di punta del quotidiano L’Unione Sarda.

Oggi lo ricorda così l’amico ed ex collega Giancarlo Ghirra, dal suo profilo FB: “Non sono sicuro delle sue reazioni davanti a queste poche righe: sicuramente Corrado avrebbe da ridire, perché aveva un carattere spigoloso. Ci siamo scontrati spesso in anni duri per l’informazione in Sardegna, ma abbiamo remato sempre insieme nella difesa dei valori dell’autonomia e della completezza dell’informazione, violentemente impegnati contro i soprusi di editori, pubblicitari, politici soprattutto quando si crea confusione tra queste figure. Era un giornalista di razza, un maestro della cronaca tutta, di quella giudiziaria in particolare. Ha scritto pagine indimenticabili sule vicende degli avvocati Marongiu, Viana e Podda vittime di una crudele e ostinata malagiustizia: il caso Manuella. Arrivato al ruolo centrale di capocronista dell’Unione Sarda, visse con altri la vicenda triste della crisi di un quotidiano crollato nelle vendite e nel prestigio a partire dall’orribile 1994, quando ogni regola venne stravolta nel rapporto fra proprietari, direttori e giornalisti, con una violenza della quale pagano il conto la testata e soprattutto i lettori, privati spesso dei più elementari diritti a un’informazione completa e pluralista”.

“Corrado Grandesso Silvestri si era rifugiato in campagna, aveva rotto ogni rapporto con una professione iniziata dopo la laurea in Giurisprudenza nei primi anni Settanta. Faceva l’imprenditore agricolo, produceva un olio eccellente. La morte lo ha raggiunto ieri pomeriggio proprio nella sua amata campagna di Villacidro. Aveva soltanto 74 anni, una vita intensa alle spalle, una famiglia unita intorno all’amata moglie Gina, ai figli Simone e Riccardo, ai fratelli Esther e Mauro. Non so se Corrado apprezzi queste righe, sicuramente avrebbe da dire sulla notizia non in testa al pezzo e su molto altro. Ma io, che ci ho pure litigato in quella palestra di scontri anche duri che è stato e spero torni a essere il giornalismo, non potevo non ricordare un cronista di razza che mi ha accompagnato tante volte nei corridoi del Palazzo di Giustizia per insegnarmi i rudimenti di una professione imparata sul campo ( oltre che sui libri). Mi mancherà l’amico scandalizzato e amareggiato per il degrado della città e del centro nel quale abitava, il cagliaritano che non si arrendeva alla decadenza. Ma mi auguro che ora sia in un oliveto illuminato dalla tersa luce delle colline di Villacidro, il suo piccolo paradiso privato”.

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