Continuano i lavori a Palazzo Accardo, in futuro suite e una struttura ricettiva di classe? Ecco le idee
Nato tra il 1899 e il 1901, su progettazione di Dionigi Scano e ben prima del palazzo Bacaredda, Palazzo Accardo è sorto sulle rovine del convento degli Agostiniani, divenendo simbolo della belle époque cagliaritana.
Oggi appare “impacchettato” di alti ponteggi e oggetto di lunghi lavori di restauro. Ma domani lo storico Palazzo Accardo, tra la via Crispi e il largo Carlo Felice, potrebbe avere un nuovo volto. E, forse, nuova vita.
Ne abbiamo parlato con Rosetta Fanari, titolare dell’omonima azienda casearia oristanese, da tre anni proprietaria della struttura, dopo un’asta pubblica bandita dal comune di Cagliari. Una scelta, come spiegato dalla Fanari, dettata, sì, dalla esigenza di investire su un edificio principe della storia cagliaritana, ma soprattutto dalla volontà di riqualificare un gigante abbandonato.
Nato tra il 1899 e il 1901, su progettazione di Dionigi Scano e ben prima del palazzo Bacaredda, Palazzo Accardo è sorto sulle rovine del convento degli Agostiniani, divenendo simbolo della belle époque cagliaritana. «Abbiamo acquistato la struttura, apparsa in stato di abbandono, e abbiamo iniziato i lavori della facciata», spiega la Fanari.
Operazioni di restauro che certamente non sono andate avanti nella maniera più spedita per diverse ragioni: «Si tratta infatti di un bene da salvaguardare. I lavori sono molto particolari e richiedono personale specializzato competente. Inoltre, dobbiamo costantemente interfacciarsi con la Soprintendenza». Senza dimenticare poi, ovviamente, i rallentamenti subiti durante la pandemia del 2020.
Come un elefante in una cristalleria, dunque, per muovere ogni singola pedina. Immani i lavori da fare nella parte interna e, in aggiunta, qualche difficoltà col cornicione. Ma dalla Fanari ecco una possibile buona notizia per il futuro: «Entro la fine dell’anno dovremmo riuscire a terminare i lavori della facciata».
Edificio ricco di storia e cristianità, emblema della tradizione cagliaritana. Dall’androne del palazzo al numero 12 del Largo è possibile infatti, scendendo per una scala a chiocciola, accedere alla cripta di Sant’Agostino, quest’ultima, comunque, rimasta in gestione all’amministrazione comunale.
Ma quale futuro potrebbe attendere Palazzo Accardo dopo i lavori? «L’idea è quella di fare una struttura ricettiva, anche per turisti, ma non un classico albergo. – spiega la Fanari – Magari delle suite molto belle e di classe, cercando ovviamente di preservare la struttura che c’era prima».
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