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La Cagliari che non c’è più: le cartoline stampate per la vittoria dello Scudetto 1970 e la curiosità sulla maglia da gara

La Cagliari che non c’è più: le cartoline stampate per la vittoria dello Scudetto 1970 e la curiosità sulla maglia da gara.

 

La vittoria del Cagliari nel campionato di serie A 1969-1970 rappresentò qualcosa di epocale, a livello sportivo ma anche sociale. Un successo talmente importante che è diventato parte della storia della Sardegna, come sinonimo di riscatto e motivo di orgoglio.

Le gesta di Riva e compagni in quella stagione (ottenute con una maglia completamente bianca) furono immortalate in ogni modo: con magliette, cartoline, dischi e adesivi, che in parte alcuni tifosi conservano come cimeli.

Ecco come si presentavano le cartoline e gli adesivi, poi rivenduti on line. Di quell’epoca è rimasto veramente poco. In quella stagione la squadra di Manlio Scopigno, che aveva i suoi punti di forza nei confermati Gigi Riva, Nené ed Enrico Albertosi, nonché nei neoacquisti Angelo Domenghini e Sergio Gori (con quest’ultimo che non fece rimpiangere la partenza di Roberto Boninsegna), si portò in testa già dalle prime battute del campionato: a metà torneo il vantaggio sulla più accreditata rivale, la Juventus, era di due punti. Il pareggio 2-2 nello scontro diretto al Comunale di Torino del 15 marzo 1970, coi rossoblù capaci di rimontare per due volte lo svantaggio, lanciò di fatto i sardi verso la conquista di quel tricolore giunto matematicamente sull’isola il successivo 12 aprile, davanti al pubblico amico dell’Amsicora, dopo il 2-0 sul Bari. A corollario del trionfo Gigi Riva vinse per la terza volta in carriera la classifica cannonieri della Serie A.

 

Una curiosità sulle maglie. Il tecnico Scopigno era scaramantico. L’anno dello scudetto scelse la maglia bianca invece che quella rossoblù perché lui diceva che sul campo verde vestiti di bianco era più facile trovare i compagni. Ma forse la verità è che (come disse il secondo portiere Adriano Reginato) il Cagliari una partita in bianco e per scaramanzia Scopigno non volle cambiare più.

Le maglie ebbero lo stesso modello già visto per la prima volta la stagione precedente (non è certo il produttore, dato che allora non erano diffusi gli sponsor tecnici, ma fino al 1968 il Cagliari si riforniva dal Maglificio Isolabella di Genova). Coerentemente con quanto accaduto nelle sue due precedenti esperienze come allenatore del Cagliari, nelle stagioni 1966-1967 e 1968-1969, l’allenatore Manlio Scopigno confermò la decisione di non utilizzare più la rossoblù come maglia di casa (utilizzata anche nella stagione 1967-1968), ripiegando sulla maglia bianca. La maglia bianca risultò vincente e portò da lì in poi il Cagliari a utilizzare tale colore come maglia casalinga fino alla stagione 1983-1984.

La maglia Home, diventata iconica e oggetto di culto, presentava una maglia a V aperta con “cravattino” centrale vistoso fino a un terzo della lunghezza totale, con dei laccetti che permettevano la chiusura di quest’ultimo. I bordi delle maniche erano rossoblù con il blu come colore terminale, mentre sul petto era presente lo scudo coi Quattro Mori, simbolo del club dal 1928, anno in cui per la prima volta una squadra sarda andava oltremare a giocare nella penisola italiana. A completare il kit i calzoncini completamente bianchi senza ulteriori dettagli e dei calzettoni bianchi con una banda orizzontale rossoblù o alternativamente calzettoni completamente bianchi. I numeri, di colore blu, erano realizzati in fettuccina e cuciti a mano sul tessuto.

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