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Lo sapevate? C’erano tre donne sarde tra gli ebrei deportati nei campi di concentramento

Zaira Coen Righi

Zaira Coen Righi

Nell’immane tragedia dell’Olocausto, che sembra così lontana dai confini della Sardegna, esistono storie intimamente legate all’isola che arrivano, solenni e dolorose, dalle fabbriche di morte dei campi di concentramento.

In tutto furono migliaia i sardi che conobbero la barbarie della deportazione nei lager nazisti. Si stima furono più di 12mila, quasi tutti militari, imprigionati dai tedeschi per essersi rifiutati di entrare a far parte delle milizie della Repubblica sociale di Salò. A questi vanno aggiunti altri 250-300 civili, deportati per motivi politici o razziali.

La storia nella storia che vi vogliamo raccontare riguarda quella degli ebrei sardi, per la precisione di tre donne sarde di religione ebraica, Elisa Fargion, Vittoria Mariani e Zaira Coen Righi.

Come riporta lo storico Francesco Casula Elisa Fargion nacque a Cagliari nel 1881. Fu arrestata insieme al marito a Ferrara nel 1944 e morì nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau. Vittoria Mariani, nata a Porto Torres nel 1904, fu arrestata al confine con la Svizzera nel 1944 e riuscì miracolosamente a salvarsi dal campo di concentramento di Bergen Belsen dove fu deportata insieme ai familiari.

Ben più documentata è la storia di Zaira Coen Righi, professoressa del liceo Azuni di Sassari. Sposata con l’ingegnere sassarese Ignazio Righi, in seguito alle leggi razziali fu estromessa dall’insegnamento. Si trasferì poi a Firenze da dove fu deportata prima a Fassoli e poi ad Auschwitz. Qui morì nel 1944 nelle camere a gas.

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