«Con riferimento al documento pubblicato dal quotidiano Repubblica, si precisa che lo stesso, rilasciato in data 6 agosto 2020, non è riferito all’Ordinanza n. 38 dell’11 agosto 2020, ma ad una bozza di linee guida regionali per il settore delle discoteche, mai adottate».

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas in una nota.

«L’ordinanza n. 38, infatti, assunta in condizioni di curva epidemiologica prossima allo zero, ha seguito un differente iter procedimentale, che ha comunque previsto prescrizioni più stringenti rispetto alle linee guida nazionali e coerenti con le osservazioni espresse dal comitato tecnico scientifico regionale – sostiene il presidente -. La stessa ordinanza, sollecitata da un Ordine del giorno approvato dall’intero Consiglio Regionale, è rimasta in vigore dal 12 al 16 agosto».

«Spiace dover constatare che alcune imprecisioni nel riportare i fatti paiano tutte coordinate a realizzare un medesimo disegno, orientato a supportare le ricostruzioni strumentali e faziose di una parte politica, e che continuano ad alimentare un clima d’odio inutile in un contesto di emergenza quale quello attuale» conclude Solinas.

Su Change.org una petizione online da parte dei cittadini a seguito dell’inchiesta di Report sull’apertura delle discoteche in Sardegna.

La petizione, lanciata da Alessandra Ma, chiede che venga reso pubblico il parere del Comitato Tecnico Scientifico. Oggi Repubblica ha reso noto che il parere dei 4 scienziati del Cts locale avevano dato parere negativo. La petizione è stata già firmata da centinaia di persone.

«In seguito alla puntata di Report del 9 Novembre 2020, noi Sardi pretendiamo che venga reso pubblico il parere del Comitato Tecnico Scientifico della Regione Sardegna che ha permesso la riapertura delle discoteche durante l’estate – si legge nella petizione -. Dato che tale parere ha influito sulla loro apertura, in un periodo in cui l’incremento dei contagi era in aumento (Agosto), è corretto e necessario che noi cittadini si sappia se e come vengono prese tali decisioni, e se l’interesse della collettività viene prima di altri interessi».