Grave carenza di personale al reparto di Pediatria dell’ospedale di Lanusei: presentata una interrogazione in Consiglio regionale.

«Lo stato deficitario in termini di personale del reparto di Pediatria di Lanusei, se non modificato, rischia di configurarsi come il preludio alla chiusura del punto nascite, già messo a rischio da valutazioni ministeriali impostate più sulla logica dei numeri che non sulle reali problematiche/esigenze dei territori: occorre un intervento immediato della Regione per scongiurare questo ennesimo affronto all’Ogliastra, oltremodo martoriata da decisione scellerate calate dall’alto». Salvatore Corrias, Consigliere regionale, appreso delle gravi problematiche che, per l’ennesima volta, investono il Nostra Signora della Mercede di Lanusei, ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale con il supporto anche di tutti gli altri Consiglieri del Partito Democratico.

«Sono solito ribadire che l’ospedale di Lanusei costituisce un importante presidio sanitario per il territorio ogliastrino, poiché garantisce ai residenti nei 23 Comuni del comprensorio e ai numerosi visitatori di poter usufruire di servizi di assistenza e cura essenziali, stanti anche le difficoltà in termini di deficit infrastrutturale che rendono difficoltosi gli spostamenti verso altre strutture ospedaliere della Regione».

«Nell’ambito del presidio lanuseino, il reparto di Pediatria svolge un’importante attività di prevenzione, diagnosi e cura di patologie pediatriche, garantendo sia i ricoveri urgenti che quelli programmati, siano essi di tipo ordinario che in regime di ricovero giornaliero (DH); garantisce, inoltre, tutte le prestazioni ambulatoriali programmate e le consulenze urgenti richieste dal Pronto Soccorso, l’assistenza ai neonati ospitati al nido dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia, ai prematuri, ai neonati affetti da patologie respiratorie che non necessitano di ventilazione meccanica; in regime di Day Hospital, eroga prestazioni di tipo diagnostico-terapeutico a pazienti affetti da patologie croniche, come diabete e talassemia, a soggetti affetti da patologie autoimmuni, da tumori e da malattie rare; costituisce un punto di riferimento anche per l’assistenza ai bambini diabetici».

«Allo stato attuale, però, i medici incardinati nell’organico del reparto sono in numero ridotto, assolutamente insufficiente per garantire la nascita e l’assistenza in sicurezza dei neonati entro le 35 settimane, o delle gestanti con parti gemellari o con altre patologie/criticità particolari: per tale ragione, sono sempre più numerosi i casi di trasferimenti verso altre strutture ospedaliere che possono, invece, avvalersi di un numero più cospicuo di professionalità di ambito pediatrico, al fine di consentire il parto e l’assistenza post partum in condizioni di sicurezza».

«Senza l’assistenza del personale del reparto di Pediatria, inoltre, al fine di garantire le migliori condizioni di sicurezza per le gestanti al termine della gravidanza, la UO di Ostetricia e Ginecologia di Lanusei ha deciso di assistere solo i parti oltre la trentacinquesima settimana, rinviando ad altra struttura ospedaliera anche i parti gemellari o con patologie/criticità».

«Ecco perché – precisa Salvatore Corrias – è quanto più urgente intervenire al fine di implementare la dotazione organica del reparto di Pediatria, per riportare la situazione alla normalità e consentire alle gestanti ogliastrine o che si trovano nel territorio temporaneamente di poter partorire nel presidio lanuseino in condizioni di sicurezza. Con una interrogazione, abbiamo voluto chiedere conto all’Assessore regionale di questo gravissimo stato di carenza nell’organico pretendendo un suo intervento urgente al fine di dotare l’ospedale di Lanusei dei medici e di tutto il personale sanitario necessario per rendere nuovamente efficiente il reparto di Pediatria».

ATS Sardegna interviene in merito alle accuse, improprie e prive di fondamento, ricevute dai presidenti degli Ordini dei Medici e di alcuni sindacati dei medici.

“In merito alle accuse, improprie e prive di fondamento, messe alcuni giorni fa a nome dei presidenti degli ordini dei medici e di alcuni sindacati, ATS Sardegna precisa quanto segue:

• tutti i Servizi dell’Azienda hanno ricevuto i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), in quantità proporzionata alla disponibilità delle scorte ed alle forniture che giorno per giorno provenivano dalla Protezione Civile Regionale;
• nelle fasi iniziali dell’emergenza coronavirus, in carenza di scorte nei magazzini, si è reso doveroso e indispensabile definire dei criteri di priorità nella distribuzione a tutela dei reparti che trattano i pazienti positivi (quindi ad alto rischio ed alta priorità di distribuzione) per evitare che questi rimanessero privi di dispositivi;
• la direttiva, oggetto delle critiche, definiva e si riferiva in modo chiaro ed inequivocabile a meri criteri di priorità nella distribuzione dei dispositivi di protezione e non, come falsamente affermato nel comunicato degli ordini, ai criteri di utilizzazione degli stessi.

In relazione, invece, ai criteri di utilizzazione dei dispositivi la direttiva raccomandava “di attenersi alle direttive, in materia di DPI, definite dalle competenti autorità (ISS, Ministero Salute, Assessorato Sanità Regione Sardegna)” .

Appare dunque evidente che se gli Ordini Professionali o le OSS ritengono inadeguate le direttive Ministeriali, dell’Istituto Superiore di Sanità o le delibere Regionali possono e devono rivolgere a queste istituzioni le loro critiche.

Tutte le Strutture garantiscono agli operatori che ne avessero necessità (otorinolaringoiatri compresi), la disponibilità dei DPI. Infatti, a tutela degli operatori sanitari, è presente, in ogni struttura, un certo numero di Kit di DPI “centralizzati” che al bisogno possono essere resi immediatamente disponibili.

Nella direttiva, per fugare ogni possibile dubbio di comprensione, si ribadiva che “tali criteri (di distribuzione) possono essere rimodulati, dalle Direzioni delle macrostrutture in virtù delle variazioni organizzative attuate ed in base ai consumi reali, appropriati, accertati”.

Da oltre trenta giorni, in condizioni di emergenza e razionamento di risorse, una equipe multidisciplinare multiprofessionale composta da Medici, Farmacisti, Servizi Professioni Sanitarie, Ingegneri, Analisti, Logistici e Responsabili Servizi Prevenzione e Protezione lavora senza sosta, sabati e domeniche compresi, per garantire, in collaborazione con la Protezione Civile e l’Assessorato Regionale alla Sanità, la distribuzione a tutte le strutture ATS (oltre 500 strutture tra cui 20 ospedali) e ad oltre 1600 tra MMG, PLS e servizi di Guardie Mediche dei dispositivi di protezione e delle tecnologie sanitarie necessarie all’assistenza di tutti i pazienti ed in particolare di quelli Covid + o sospetti tali.

A tutt’oggi i criteri di priorità della distribuzione vengono continuamente aggiornati in funzione della disponibilità e dell’evoluzione della curva epidemiologica.

Pertanto si ritiene che le critiche siano ingenerose e prive di fondamento.

Dispiace che in un momento di emergenza sanitaria, dove gli enti pubblici sarebbero tenuti ad agire secondo uno spirito di leale collaborazione, si cerchi artatamente di equivocare la realtà proferendo accuse per fatti inesistenti”.