(VIDEO) L’Hallelujah in sardo di Francesca scalda il cuore e mette i brividi nell’era del Coronavirus
Il video della canzone è stato pubblicato lunedì su Facebook ed è stato ricondiviso da più di 10mila persone.
Un brano conosciuto e amato in tutto il mondo, “Hallelujah” di Leonard Cohen, è stato rivisitato in sardo dalla cantante Francesca Lai.
La sua interpretazione, con le parole in limba scritte da Franca Burrai e messe in musica da Davide Guiso, scalda davvero il cuore e mette i brividi, in questo particolare momento storico dell’emergenza Coronavirus, in cui la musica assume un’importanza ancora maggiore perché capace di esprimere meglio delle parole le controverse emozioni che stiamo vivendo.
Il video della canzone è stato pubblicato lunedì su Facebook ed è stato ricondiviso da più di 10mila persone.
«Questo è un brano per me molto prezioso e oggi lo è un po’ di più grazie al meraviglioso testo della mia amica Franca Burrai che, un anno fa, ha deciso di regalarmi queste parole – spiega la cantante -. Il testo era ancora nel cassetto. L’ho ritrovato per puro caso due giorni fa e per me è stato un segno; forse era arrivato il momento di cantarla. Davide Guiso ha realizzato questa splendida base e ora sono molto felice di potervi far ascoltare la “mia” Hallelujah in sardo. Spero possa arrivarvi al cuore questa preghiera che dedico a tutte le persone che oggi stanno soffrendo e lottando contro qualsiasi malattia o avversità che la vita ci presenta. La mia voce non è solo che una piccolissima goccia in questo grande universo ma ciascuno di noi cerca di rendersi utile nel modo che più sentiamo nostro. E questo, e il mio».
❤️? HALLELUJAH – IN SARDO ?❤️Questo è un brano per me molto prezioso e oggi lo è un po' di più grazie al meraviglioso testo della mia amica Franca Burrai che, un anno fa, ha deciso di regalarmi queste parole.Il testo era ancora nel cassetto. L'ho ritrovato per puro caso due giorni fa e per me è stato un segno; forse era arrivato il momento di cantarla. Davide Guiso ha realizzato questa splendida base e ora sono molto felice di potervi far ascoltare la "mia" Hallelujah IN SARDO ❤Spero possa arrivarvi al cuore questa preghiera che dedico a tutte le persone che oggi stanno soffrendo e lottando contro qualsiasi malattia o avversità che la vita ci presenta. La mia voce non è solo che una piccolissima goccia in questo grande universo ma ciascuno di noi cerca di rendersi utile nel modo che più sentiamo nostro. E questo, e il mio.Buon ascolto ?⭐️?#FrancescaLai #Cover #Hallelujah #Sardegna #insardo #Musica #Music #LeonardCohen #AlexandraBurke #Iorestoacasaecanto #Iorestoacasa #Covid19 #Coronavirus
Gepostet von Francesca Lai am Montag, 16. März 2020
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“Quelli del balcone”, dall’improvvisato concerto all’organetto ad appuntamento quotidiano
Dopo lo strepitoso successo del concerto, improvvisato, all'organetto, da quello stesso balcone di via dei Giudicati, un gruppo di coinquilini si riunisce ogni sera alle 18 per deliziare il vicinato con buona musica e bellissimi canti
Da quando, qualche giorno fa, Marco Antonio Pia, studente fuorisede residente a Cagliari, ha imbracciato l’organetto per deliziare i vicini di casa con la sua splendida musica e dei versi improvvisati a tema Coronavirus, non si è più fermato. Vi avevamo raccontato la sua storia e la sua iniziativa, iniziata senza un reale progetto durante uno dei flash mob delle ore 18 per cercare di tenere alto il morale di tutti noi, chiusi in casa per prevenire il contagio dal Covid-19: ora, lui e i suoi coinquilini continuano a regalare al vicinato bei momenti musicati. Ecco cosa scrivono nella loro nuova pagina Facebook “Quelli del balcone”:
«Ognuno di noi sta respirando l’aria pesante di malinconia, di ansia e apprensione che ci circonda e non possiamo che esserne certamente preoccupati. Sappiamo che questi giorni avremo dei dati che potrebbero allarmarci ancora di più, incrementando timore e angoscia. La TV, i social, tutti i canali di informazione ci “assillano” continuamente, potremmo dire, e ci tengono in questa morsa per cercare di contenere i contagi stimolandoci in ogni modo a non lasciare le nostre abitazioni se non per comprovate necessità. È l’unica cosa che possiamo fare. Stare a casa!
Tuttavia vorrei che puntassimo il nostro sguardo con attenzione su una cosa: non accada che se è vero è doloroso che i nostri cari perdono la vita a causa di questo terribile male… noi la perdiamo pur rimanendo “vivi” a causa del nostro sconforto, della rabbia per l’avversità dei tempi che stiamo vivendo, dell’insofferenza di dover stare stretti fra le mura domestiche, costretti a intrecciare più profondamente le nostre relazioni con chi ci è affianco, tornando alle volte dentro di sé senza sapere più come si fa e sentendosi stretti pure li, lasciandoci andare al panico e morendo dentro. Lentamente, o d’un tratto.
Nessuno di noi vorrebbe vivere questi tempi, ma ci siamo, ci sono stati offerti dalla vita. Cavalchiamoli, senza ascoltare quel timore che ci paralizza, perché abbiamo la responsabilità di non lasciarci andare! Facciamolo per coloro che oggi stanno morendo, e vorrebbero essere al posto nostro. Facciamolo per i loro cari che vivono il dramma di un lutto privo di ogni conforto! Facciamolo per tutti quegli operatori sanitari, medici, infermieri che stanno spendendo ogni secondo del loro tempo perché il nostro tempo, il tempo di tutti, possa prolungarsi. Magari anche a discapito della loro stessa vita. È il momento di dire il nostro più profondo SI alla Vita, è l’occasione propizia per riscoprire ciò che conta davvero e dire di aver vissuto con tutti e due i piedi per terra, ma con lo sguardo pieno di speranza rivolto verso il Cielo e il cuore aperto verso il mondo. Verso il nostro prossimo, magari nostra moglie, nostro marito, nostra madre, il nostro vicino di casa col quale non avevamo mai parlato.
Ognuno reagisce come può a questo momento, comprendiamoci, sosteniamoci, non perdiamoci d’animo e non giudichiamo. Piuttosto tiriamo fuori tutto il meglio di noi, pur rimanendo a casa. Troviamo e coltiviamo qualsiasi modo buono per sentirci vivi, e tenere accesa la speranza in noi! È la nostra ora, il nostro momento di trasformare in un opera eterna, memorabile, questa nostra esistenza terrena! Parleranno di noi un giorno, facciamo in modo di lasciare un segno luminoso di umanità degna di questo nome. Non perdiamoci d’animo! Coraggio!».
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