Ha perso 80 pecore qualche giorno fa, a causa dell’apertura della diga Maccheronis, a Torpè: l’acqua, arrivata fino a Posada, ha travolto il gregge uccidendo, uno dopo l’altro, tutti gli animali. La vicenda di Carlo Careddu, l’allevatore che, oltre a una grossa perdita, ha collezionato anche un brutto spavento (era lì anche lui, con il suo cane, quando l’acqua ha travolto tutto), ha colpito migliaia di persone.

Adesso, un segnale concreto arriva da Coldiretti Nuoro Ogliastra: in collaborazione con le amministrazioni comunali e con i pastori del Nuorese, ha attuato il rito sardo d’aiuto nei confronti dei pastori in difficoltà: grazie a “Sa paradura” il giovane Careddu potrà ripartire. Le pecore – alcune decine, per ora – verranno donate in questi giorni.

Un’iniziativa, questa, che è stata fatta lontana dai riflettori e arrivata per caso alla stampa: nessuna dichiarazione, da Coldiretti: questo è un gesto che va fatto a riflettori spenti.

I pastori di Cascia non hanno dimenticato il gesto nobile dei loro colleghi sardi, e hanno voluto ricambiare. L’anno scorso, infatti, i pastori sardi decisero di aiutare i terremotati di Cascia donando loro mille pecore, e oggi i pastori umbri sono sbarcati in Sardegna per donare circa quaranta agnelle, figlie delle pecore che i sardi avevano regalato loro. La donazione è destinata a tre pastori la cui stagione è stata sfortunata e deludente per farli risollevare da un momento di sconforto, un segno di solidarietà che rinnova l’antica tradizione sarda di “sa paradura“.

Il vice sindaco Gino Emili era venuto in visita sull’Isola a giugno, e ha deciso di tornare con la delegazione casciana con questo regalo speciale: «Siamo felici di poter contribuire, anche se in minima parte, alla ripartenza di alcuni imprenditori – ha dichiarato Emili all’ANSA – Quanto sia importante la solidarietà lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle in questi due anni post terremoto».