Cagliari, sette minuti (abbondanti) di follia e sfuma il quattordicesimo capolavoro
Un finale pazzesco di quelli che non ti aspetti alla Sardegna Arena e se qualche settimana fa il Monday night cagliaritano contro la Sampdoria aveva lasciato qualcosa di magico al popolo rossoblù, ieri ha lasciato tanto amaro in bocca.
La beffa sul finale ha fatto incassare alla compagine rossoblù la prima sconfitta dopo tredici risultati consecutivi. I padroni di casa, partiti in vantaggio solo dopo 8’ dal fischio d’inizio con i gol di Simeone, sembravano avere la strada spianata per conquistare la quattordicesima vittoria, ma la Lazio, terza in classifica, da ieri è ufficialmente in corsa per lo scudetto, acciuffa negli abbondanti minuti di recupero dopo il 90’ la vittoria con due gol pesantissimi di Luis Alberto e Caicedo.
Una doccia ghiacciata per il Cagliari, che era convinto ormai di aver chiuso il match, ma la partita, si sa, termina solo quando l’arbitro fischia e manda tutti negli spogliatoi. Un’occasione persa per i rossoblù davanti ad uno stadio sold out, che, ancora una volta, ha mostrato entusiasmo e passione.
Una partita insidiosa fin dal primo minuto, nonostante il vantaggio dei rossoblù. La Lazio fa pressing e attacca, il Cagliari si difende, lotta, non demorde. Sono meno pericolosi di altre gare i biancocelesti, ma chiudono spazi, il Cagliari in contropiede azzarda di più, fa più paura, si avvicina alla porta avversaria, ma spreca, spreca tre occasioni che avrebbero confermato una vittoria netta. Nella ripresa sono gli ospiti ad avere più possesso palla, ma i rossoblù non si arrendono e si avvicinano più volte al raddoppio. Simone Inzaghi si gioca tutti i cambi, i quali si sono rivelati poi quelli giusti. Maran aspetta all’ultimo, la gara è quasi finita: i rossoblù faticano, sono stanchi, i biancocelesti, invece, appaiono più freschi di tutto il resto del match.
Tutto ruota intorno ai 7’ di recupero concessi da Maresca, troppi per alcuni, ha applicato il regolamento per altri. Sarebbe bastato, forse, un po’ di buonsenso, in una partita del genere, sarebbero bastati solo 5’ minuti. Maran toglie a 3’ dalla fine il leader Nainggolan e il Cagliari si arrende. Un cambio che regala 30’’ alla Lazio decretandone la vittoria. 7’ minuti di pura follia che lasciano tanti come e perché, ma se.
C’è rabbia nella panchina rossoblù, amarezza dei tifosi e dei giocatori, forse il Cagliari ieri non meritava la vittoria, ma per com’è andato il match non la meritava neanche la Lazio. Maresca esce tra gli insulti dello stadio, ma dai quattro settori si alza a gran voce un “forza Cagliari” che scalda i cuori.
Alla fine della gara, il patron rossoblù, visibilmente arrabbiato, ha voluto incontrare la stampa: «Vado via con grande rabbia e amarezza. Non credo che tutti questi tifosi meritassero un recupero così lungo e perdere nel finale. Questa arrabbiatura deve essere lo sprono per far punti ad Udine e regalare buone feste alla gente che ci supporta. Dispiace non aver fatto punti, perchè nel finale di gara sembrava che fosse proprio il pubblico a poterci dare la spinta decisiva. Nandez? Faccio l’esempio di Cigarini e Cacciatore, che nonostante altre proposte sono rimasti qui sino al rinnovo di giugno per vivere questa speciale stagione. Oggi sono tra i migliori da tante partite ed è questo o spiritio che devono avere tutti i giocatori del Cagliari. La Lazio? Squadra forte e completa in ogni reparto, ma anche fortunata a non subire il 2-0 a fine primo tempo. Una squadra che tutto sommato grazie ai cambi degli ultimi minuti, di altissimo livello, è riuscita a spuntarla. Mentre a noi mancavano sette titolari. Se va avanti così riuscirà a stare attaccato a Juve ed Inter a lungo».
Anche Maran ha incontrato i media e non ha nascosto la sua delusione: «Prima di rivenire qua mi sono rivisto gli highlights e vedo che la Lazio ha tirato in porta due volte, mentre il Cagliari è stato 6 volte davanti al portiere. Abbiamo creato molto di più, ma non siamo riusciti a chiudere la partita. Siamo rimasti anche in 10 perché Cacciatore dopo il terzo cambio si è fatto male e non ci ha dato una mano. Parlando del recupero diciamo che c’è stata tanta fiscalità. Per noi era eccessivo. Lo vedremo nelle prossime gare se si sarà altrettanto fiscali. Le occasioni? In alcune circostanze è stato bravo il portiere, in altri è stato bravo Acerbi o siamo scivolati. Dobbiamo prendere da esempio partite come queste contro una squadra che arrivava da 7 vittorie di fila. Fino al 90′ abbiamo concesso pochissimo. Abbiamo fatto la partita che volevamo fare mettendo tanto coraggio. Ci sono stati dei momenti in cui siamo dovuti arretrare. Ci resta tanta rabbia e ce la dobbiamo portare sabato. La Lazio era fresca, rispetto a giovedì c’erano forse due giocatori. Contro una squadra che si gioca lo scudetto con Juve e Inter dobbiamo sopperire in qualche modo. I tre cambi sono stati forzati, hanno chiesto tutti il cambio. Adesso ripartiamo come abbiamo sempre fatto, consapevoli che la squadra è uscita dal campo a testa alta. C’è stata la prestazione e ci sono stati i numeri. Domani mattina siamo già sul campo. Vicino alla Lazio in passato? Ora sono allenatore del Cagliari e sono felice essere allenatore del Cagliari. La spiegazione dell’arbitro sui 7 minuti di recupero? Ci sono state 5 interruzioni più 4 cambi e i 30″ quando ho dovuto cambiare Nainggolan alla fine. Se fosse sempre così andremo sempre a casa a mezzanotte e mezzo. Nel finale la Lazio ha messo tanta fisicità. Il rammarico oggi vale anche per le occasioni che abbiamo avuto. Nei minuti finali ci sarebbe voluta più lucidità».
Anche il Ninja nel suo profilo Instagram ha espresso titubanza sui 7’ di recupero concessi e ha ironizzato scrivendo “fine terzo tempo”. Più lungo il messaggio del Cholito: “Dispiace per come avevamo impattato la partita. Dispiace per la nostra gente e per noi, che ci tenevamo tanto. Vorrei fosse già sabato per provare a riprendermi quei 3 punti che meritavamo davvero, per una terra, un popolo, una squadra”.
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