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La Cagliari che non c’è più: via Amat 20 anni fa, prima che venissero tagliati gli alberi

Volete fare uno scherzo a qualcuno che non ha conosciuto la Cagliari di qualche anno fa? Chiedetegli di identificare il luogo di questa foto.

Anche se riuscisse a intuire che edifici sono quelli ai lati, difficilmente riconoscerebbe la via Amat, quando ancora non era stato costruito il parcheggio interrato dietro il Palazzo di Giustizia. La foto, gentilmente concessaci da Federico Sicbaldi, fu scattata alla fine degli anni ’90 dal padre Luigi, per immortalare gli ultimi giorni prima dell’avvio del cantiere che avrebbe radicalmente mutato l’aspetto di quella parte del quartiere Monteurpinu.

La via Amat era fino ad allora particolarissima, dotata di un vero e proprio tetto naturale di rami e foglie degli alberi, piantati ai lati e nell’aiuola centrale. Nei decenni le piante erano cresciute tanto da intrecciarsi fra loro e costituire un soffitto che non faceva filtrare la luce del sole neanche a mezzogiorno. Un tratto che un po’ rende l’idea del vecchio prospetto è la parte che si incrocia con via Pessina, ma lì gli alberi non sono comunque così fitti come erano nel tratto che costeggia il Tribunale e i due licei Eleonora d’Arborea e Dettori. I cagliaritani che hanno vissuto in quegli anni ricordano bene la via Amat della foto, come ricordano, verso il tramonto di ogni giorno, il fortissimo cinguettio di chissà quanti uccellini che “abitavano” quel tetto di rami.

Sul finire degli anni ’90 fu avviato il cantiere che ha creato l’attuale parcheggio interrato e il nuovo parchetto con panchine. Gli alberi furono dapprima potati, come si può vedere nella foto di Luigi Sicbaldi, poi rimossi. L’esecuzione dei lavori durò qualche anno e fu travagliata: una parte della facciata del Liceo Dettori divenne pericolante e caddero diversi calcinacci di intonaco.
Verso il 2001/2002 la via Amat fu resa agli abitanti del quartiere in una veste moderna e totalmente diversa rispetto alla precedente, con maggiore spazio per i pedoni e numerose panchine. Ma sono comunque molte le persone che ricordano con piacere quel bellissimo tetto verde, che forniva ombra a ogni ora del giorno e la sera colpiva i passanti con il cinguettio dei suoi “residenti”.

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