Finalmente anche in Sardegna si parla dell’Agenda 2030 fissata dall’Onu, per un futuro sostenibile
Porre fine alla povertà, combattere il cambiamento climatico e garantire uguaglianza e inclusione per tutti, per le Nazioni Unite sono obiettivi possibili. Per raggiungerli ha individuato 17 “Goal” al raggiungimento dei quali anche L'Italia si è impegnata. Alcune regioni come Lombardia e Emilia Romagna si sono già adeguate, in Sardegna ancora non si è fatto nulla. Se ne parlerà per la prima volta domani alla Fiera di Cagliari
Come si agisce per costruire un futuro sostenibile per la Sardegna? E’ il tema principale del convegno che si terrà venerdì 29 novembre alle 9.30 nella sala Congressi della Fiera di Cagliari, con decine di scolaresche in arrivo da tutta l’Isola.
L’iniziativa è organizzata da Legcoop Sardegna in collaborazione con Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e in partenariato con l’assessorato all’Ambiente della Regione Sardegna, l’Anci Sardegna, l’Università di Cagliari, Confindustria Sardegna, il Banco di Sardegna e le Fondazioni di Sardegna e Unipolis.
La giornata vuole essere il contributo delle coop sarde al raggiungimento dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite, che per il 2030 hanno fissato un programma ambizioso. Tra gli obiettivi: porre fine alla povertà, combattere il cambiamento climatico e garantire uguaglianza e inclusione per tutti, garantire uguali diritti alle donne, combinare un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto, salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine per un loro sviluppo sostenibile.
Tutto è nato nel 2015. L’assemblea dell’Onu ha preso atto che lo sviluppo degli ultimi 30 anni non ha prodotto gli effetti positivi sperati: ha creato profonde diseguaglianze sociali fra stati, negli stati fra i cittadini. I dati emersi sono emblematici, 68 persone al mondo hanno il 50 percento della ricchezza mondiale, 800milioni di persone vivono in povertà e in tutto questo le fonti di energia non rinnovabili si sono impoverite in maniera drammatica in maniera, deteriorando l’ambiente in modo quasi irreversibile. Così hanno deciso che bisognava invertire la rotta e imporre un’altra direzione allo sviluppo, partendo dagli stati e in ogni stato dalle singole regioni, i comuni e le altre istituzioni pubbliche e private.
Anche l’Italia ha firmato l’Agenda 2030 e deve fare la sua parte. In teoria in ogni regione, qualsiasi decisione venga presa, dalle leggi di stabilità ai bilanci dei comuni, dovrebbero essere impostate secondo i parametri dettati dall’agenda 2030. In Sardegna al momento non è stato stabilito nessun monitoraggio sulle azioni che si compiono per il raggiungimento dei goal stabiliti, mentre in altre regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna lo stanno facendo, tanti comuni, le facoltà universitarie come la Bocconi. Per questo il convegno di domani a Cagliari è così importante.
All’evento verranno presentati tutti i 17 Goal dell’Agenda 2030, con un focus anche sul Goal 4 ed il target 4-7 “Istruzione di Qualità”. L’agenda prevede anche 169 azioni mirate che guidano i paesi e le persone per il raggiungimento degli obiettivi. Domani sarà presente il Presidente dell’Asvis, Pier Luigi Stefanini, che presenterà il Rapporto Asvis 2019 – “L’Italia e gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, con un focus sulla Sardegna per capire a che punto è il nostro paese e in particolare la nostra isola.
«Abbiamo invitato tutto il mondo delle imprese, non solo le cooperative, – spiega Claudio Atzori presidente di Legacoop Sardegna – ma tutti sono invitati a partecipare, così come tutti sono invitati a dare il proprio contributo per il raggiungimento dei 17 goal. Il futuro sostenibile non si ottiene solo con le riforme da parte delle istituzioni o i cambiamenti nel mondo del lavoro e delle imprese, che ovviamente sono fondamentali, ma occorre la partecipazione di tutti anche semplicemente rispettando l’ambiente nella propria quotidianità».
«Una ruolo importante lo svolgono le scuole, per questo le abbiamo invitate – prosegue Atzori- esistono già degli accordi con il Miur, e questi argomenti diventeranno materia scolastica negli istituti superiori e negli atenei, i docenti sono già stati formati per questo. Dobbiamo fare in modo che anche nell’Isola si cominci a tenere conto dell’agenda 2030. Anche solo cominciare a parlarne e analizzare la situazione attuale nella nostra regione è un passo avanti verso un futuro sostenibile anche per la Sardegna».
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