La storia. Bonny, una gladiatrice in lotta contro il cancro: “Sbatterò il mostro fuori dal mio corpo”
Bonny, 44 anni, è una donna forte e combattiva fin da bambina. Il suo destino non è stato dei migliori, una famiglia alle spalle problematica e una voglia matta di andare avanti a testa alta “senza vergogna”. Oggi sente il bisogno, dopo una diagnosi di cancro al seno, di raccontare la sua storia utilizzando i social per dire a tutte le donne e uomini, che "la forza è in noi stessi, bisogna affrontare senza timore il mostro. Si deve avere paura degli stati d’animo, non del cancro"
Articolo di Laila Di Naro.
Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Maria Bonaria che ha deciso, nella lotta alla sua malattia, di condividere sui social i momenti della cura con coraggio e determinazione. Scherza e sorride, si prende in giro quando indossa la parrucca perché non sarà più Bonny la rossa, ma castana. Il suo sorriso è contagioso ed è pieno di positività: se potrà aiutare chi combatte come lei, sarà un libro aperto con noi di Vistanet, a partire dalla sua triste infanzia, forse causa del suo male. Il cancro.
Ripercorriamo la sua vita per capire lo stato d’animo, condito di malinconia, paura e tanta forza. Maria Bonaria Frau, per gli amici Bonny, ha 44 anni, è una donna forte e combattiva fin da bambina. Il suo destino non è stato dei migliori, una famiglia alle spalle problematica e una voglia matta di andare avanti a testa alta “senza vergogna”. Partiamo dal suo cognome: “E’ una identità nascosta” perché “il mio è Carta, ma non mi fu mai legittimato”. La mamma non le ha mai permesso di portare il suo “perché io non esisto per lei”. Lei porta addosso questo cognome fin dalla nascita con disprezzo, “non l’ho mai accettato. Non è il nome di mio padre”. La mamma, sposata con il primo uomo, ha tre figli. Si risposa e nasce Bonny, una di sette fratelli. La mamma le affibbia il cognome del primo marito. Una situazione difficile e precaria. Bonny viene affidata a sua nonna paterna, “la mia famiglia non era idonea. Non poteva tenermi”. Meno male che in tutto questo “inferno familiare” Bonny è una bambina grintosa e forte. Con la nonna ha instaurato un rapporto di odio e amore. Fa le elementari e le medie, è piena di amiche perché “mi chiamavano la bambina felice”. Ma lei felice non lo è affatto. I suoi stati d’animo sono pieni di malinconia e ansia. “Mi piaceva studiare, ero brava. Ma mi spaventavano gli adulti”. E per questo scappava dalle classi. Si iscrive alle superiori. Molla. Va a lavorare in una pizzeria e conosce un ragazzo. Ci va a vivere a 18 anni. “Mia nonna accetta la mia convivenza”.
Bonny aveva bisogno di soldi e dalla sua indipendenza economica. Ma con questo ragazzo “inizia il vero inferno”. A 19 si sposa con un matrimonio combinato perchè arriva una figlia. Il rapporto si ammala. Più passa il tempo più la situazione degenera. Intanto nascono altri due bambini. Allora non voluti, venuti alla luce forzatamente. Ma oggi Sara, Emanuele e Alessandra sono amatissimi da mamma Bonny. Il matrimonio, fatto di gioie e tanto dolore, va allo sfascio. Bonny è senza lavoro già da tempo. E’ forte. Nemmeno una gru la butta giù. La nota positiva di questo periodo è quella che dopo 37 anni ritrova Anna, Maria e Maurizio, tre fratelli, grazie alla trasmissione RAI Storie vere. Purtroppo Roberto, un altro fratello, muore nel 2004 per colpa di un incidente stradale. Bonny intitola così l’ambulanza dell’associazione di cui attualmente è presidente, Gli angeli di Roberto. Perché nonostante tutto Bonny crede in Dio. Bonny ha una storia con un altro uomo e nasce un altro figlio. Anche la passione con lui viene archiviata.
Ora Bonny ha trovato la sua serenità è sposata con Valentino Carboni e indossa questo cognome con amore. “E’ il mio cognome”. Anni che profumano d’amore, segnati dal rispetto e dalla tenerezza. Quella di Bonny ormai è una famiglia allargata e serena, e tutti si adorano. Poi il buio. Il 7 giugno di quest’anno Bonny scopre di aver il cancro al seno. Un fulmine a ciel sereno. “Inizialmente ho avuto un’immensa paura. Poi ho pensato al mio passato, un passato maledetto che mi ha fatto soffrire e mi ha portato a far entrare questo maledetto mostro nel mio corpo”. Bonny si dà la colpe di non averlo fermato prima, ma era troppo fragile psicologicamente per bloccarlo. Piangeva perché non voleva abbandonare i figli, d’altronde lei è stata abbandonata e non voleva far vivere queste paure ai suoi. Aveva già pianificato tutto per la sua morte, perché lei si vedeva già dentro la bara. Ma Valentino le ha detto che dovevano stare uniti per tutta la vita. Valentino molla il lavoro per tenerla per mano ogni secondo. Bonny incontra Dio. In una triste sera di fine estate. Lei è affacciata al balcone e si fa mille domande, ”che cosa sta accadendo? Mi manca il coraggio”. E invece quel coraggio lo riceve dal nipotino. La sera le chiede di andare alle giostre e di salire sul bruco mela (nota giostra cagliaritana, ndr), del quale aveva una paura tremenda. “Da lì ho capito che il coraggio e la forza di reagire sono dentro di noi e basta tirarle fuori”.
Bonny diventa una leonessa affamata di amore e di vita. Continua più che mai a impegnarsi nel sociale e aiuta le persone bisognose, i senza tetto e i disabili. Decide fermamente che i figli li deve crescere e vuole essere aggressiva, il giusto per sbattere fuori il mostro dal suo corpo. Bonny si scioglie quando i figli le scrivono che la battaglia contro il cancro la vinceranno assieme e saranno uniti più che mai. Il mostro scapperà per la paura del loro amore vero e sincero. “Mamma sei fantastica e sei speciale anche come nonna, sei una donna forte e fragile allo stesso tempo, ma sei una grande guerriera. Il nostro rapporto è una favola e ci ameremo per sempre”. Bonny quando legge i messaggi inviati dai figli cede un po’. Ma poi come un carro armato dice a se stessa: “Io sono morta l’11 agosto, il giorno della diagnosi, ma sono rinata e Dio mi ha dato una altra possibilità, noi siamo in prestito. Mi ha regalato il dono di perdonare. Quindi ho sentito il bisogno di usare i social per dire a tutte le donne e uomini, che la forza è in noi stessi, e bisogna affrontare senza timore il mostro. Si deve avere paura degli stati d’animo e non del cancro. Io ho permesso che mi acchiappasse, mi sono lasciata andare dopo che hanno arrestato mio figlio a gennaio scorso per spaccio. Lui sta pagando la sua colpa e io sto pagando il prezzo di una dura vita alla quale oggi sono felicemente attaccata. Io vincerò questa lunga maratona”.
E noi di Vistanet le auguriamo il meglio.
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