Site icon cagliari.vistanet.it

Fortunato Ladu al ministro Bellanova: «Venga da noi, non ai tavoli, sarà la sua laurea honoris causa”

È un vocale quello con cui Fortunato Ladu parla direttamente con il Ministro per l’Agricoltura e ci sono i campanacci e i belati delle pecore in sottofondo. Ladu, pastore desulese, portavoce non solo delle istanze ma anche della cultura pastorale sarda, rivolge un appello al Ministro, pieno di amarezza, commovente e drammatico. Pieno di disillusione nei confronti della politica, ma con la speranza che un ministro che ha provato sulla propria pelle la fatica del lavoro e il dolore dello sfruttamento possa finalmente ottenere risultati che fino ad ora il Governo non è riuscito a raggiungere.

«Sembrerebbe una mattina come le altre, ma non lo è, perché vari fattori influenzano questa giornata, il fatto che siamo a metà ottobre e non piove, il fatto che i pascoli siano ancora a di là da venire, il fatto che a 0 74 centesimi si può fare solo la fame. sSiamo in attesa di premi che non arrivano, politiche assenti che pensano di risolvere i problemi da una sedia, magari a Roma a Bruxelles, la verità è che per anni noi abbiamo venduto la nostra dignità in cambio di premi, di tante regalie che non sono veramente spendibili, spendibili sono le rate dei mutui, sono le rate dell’Inps, è il mangime per sostentare i nostri animali , tutto il resto è aleatorio.

Si viene in Sardegna solamente per creare una speranza che poi non si concretizza, si viene in Sardegna per prendere voti, per dimostrare al continentale che viene dal mare che noi che noi viviamo bene che noi abbiamo un cibo d’eccellenza e che però abbiamo l’abitudine di piegarci a 90 gradi troppo spesso e volentieri. Mi dicono che il Ministro Bellanova dovrebbe venire in Sardegna: ministro guardi che qui il caporalato non ha mai fatto danni e messo radici per il semplice motivo che questa è un’economia familiare, perché l’industrializzazione nella pastorizia non è possibile,  se non nel momento in cui smettiamo di essere pastori e di rinchiudere i nostri animali in stalla.

Ma questo non è allevamento, è andare dietro alle multinazionali dei mangimi dei farmaci e una serie di fattori che succhiano le poche risorse del nostro settore, a noi piace alzarci la mattina, sentire i campanacci, vedere dove sono le pecore, raccoglierle, curarle, alimentarle nel periodo del bisogno, mungerle, ecco perché quando mi dicono che lei ha solamente la terza media io non mi scandalizzo, piuttosto, sapendo che viene da una scuola di vita particolare come quella del Metaponto, della Lucania, delle lotte delle braccianti, delle donne, quelle che ci hanno fatto crescere allattato, che ci hanno insegnato. Perché ai noi i nostri padri ci hanno insegnato poco, non hanno avuto tempo sempre dietro ai problemi e alle necessità di una vita quotidiana sempre più frenetica la cui soluzione sempre più spesso diventa il tronco di un albero e una fune o il tetto di un capannone costruito e mai riuscito a pagare.

 Questa non è dignità ministro, questa è solamente una lotta che inizia all’alba e finisce al tramonto, senza sapere quali siano i superstiti e quali siano le risorse di cui possiamo disporre per l’indomani, ecco perché le chiedo di fare una lotta per i pastori sardi, ma non una lotta che preveda un assegno una tantum per tappare falle, noi siamo deboli dal punto di vista commerciale, siamo pastori, e non possiamo perdere tempo dietro a questioni che la politiche potrebbe risolvere con decreti legge.  Imponendo alla catena della grande distribuzione contratti più equi perché sono loro i veri colpevoli di tutta questa crisi sono loro che riescono a portare un mango dall’altra parte del mondo in 24 ore e magari sulle nostre tavole, oppure carni che solcano il mare che non valgono il gasolio che questa nave brucia per portarle sulle nostre tavole.

Questo è quello che deve fare la politica, non regalie, la politica deve dare sicurezza, deve dare futuro perché altrimenti, e la storia insegna, non c’è modernità che valga, il pastore si ribellerà infrangendo le leggi magari infrangendo le regole del vivere quotidiano, ecco il ruolo politico che deve essere instaurato in questo momento dare dignità al pastore significa creare un prezzo del latte che copra dignitosamente le spese di produzione. Ogni volta che un prodotto finisce per essere riconosciuto Igp, vedi l’agnello sardo, vedi il pecorino, questo porta a casa sempre meno soldi per il pastore.

Quando poi vai a vedere, i soldi li porta a chi veramente tocca questa merce e la trasforma in oro, noi che la alleviamo, la nutriamo non abbiamo diritto ad avere il nostro. Questa non è dignità ecco perché i tavoli, i sindacati le riunioni, lasciano il tempo che trovano, lei vuole avere coraggio? Faccia come aveva fatto tanti anni fa nelle sue lotte contadine: scenda in Sardegma ma non vada alle riunioni, vada sul campo, vada nelle aziende, vada dove la gente sta soffrendo e lottando. Questo darebbe dare un grosso segnale; questa sarà la sua laurea honoris causa, ben superiore a chi vanta lauree e master. Buona giornata ministro».

Exit mobile version