Quartu, questione canili. Salvatore Magliani (Shardana): “Noi abbiamo le carte in regola”
Ha destato tante contrarietà e tante polemiche la chiusura del canile Tana di Bau e il trasferimento dei cani nel canile Shardana appartenente alla famiglia Magliani, che non ci sta a passare come "delinquenti", "Noi avevamo i requisiti e ci siamo presentati con le carte in regola", dice Salvatore Magliani.
Un appalto da un milione e mezzo di euro è il bando che il comune di Quartu Sant’Elena ha promosso all’inizio del 2019 per la gestione del canile nel proprio comune e che, fin dall’inizio, ha dato vita a numerose polemiche.
Da una parte il canile Tana di Bau è stato ritenuto non idoneo dagli addetti ai lavori e responsabili, volontari e amanti degli animali hanno gridato all’ingiustizia. Dall’altra un’associazione, Shardana, che parrebbe essere l’unica con i requisiti in regola a prendersi cura degli animali.
Contrasti e confronti che si sono animati a suon di accuse sui social, fino ad attirare l’attenzione anche della parlamentare grillina Emanuela Corda.
Dopo aver ascoltato i numerosi volontari e i responsabili del canile Tana di Bau, abbiamo incontrato anche Salvatore Magliani, proprietario del canile Shardana, vincitore dell’appalto comunale.
«Mi fa piacere che qualcuno si sia interessato a capire dove andranno a stare i cani, chi siamo e soprattutto il motivo per cui abbiamo vinto questo appalto. Si parla tanto, si legge tanto sui social, ci hanno descritto come dei delinquenti, ma non è così», esordisce subito Magliani.
Ci spieghi come si è evoluta la vicenda.
Noi lavoriamo con il comune di Quartu da diversi anni, attualmente in questo canile ci sono circa 300 recuperati nel comune di Quartu e negli ultimi anni abbiamo dato in adozione circa 3500 cani raccolti dalla strada e curati nella nostra struttura. Per la cura degli animali però il comune di Quartu non ha mai speso un soldo, lo abbiamo fatto noi per il benessere dell’animale e perché rientra nelle nostre competenze. L’unica spesa che portiamo al comune di Quartu è la retta giornaliera di circa 2.80 euro per ogni cane che viene da quel comune. Ho notato che la gente si sofferma solamente sull’appalto da un milione e mezzo di euro, forse perché fa più clamore vista la cifra. Però si arriva a questa cifra perché è stato fatto il calcolo di circa 450 cani che all’anno arrivano in canile. Come in tutti i comuni, si paga e si spende in base ai cani che si hanno in carico.
Perché si parla di appalto realizzato ad hoc per voi?
Assolutamente non è un appalto fatto ad hoc per noi. Noi, semplicemente, avevamo i requisiti, abbiamo sempre partecipato ai bandi promossi dal comune di Quartu e i cani sono sempre stati portati qui. Questa volta però il comune ha deciso di chiudere Tana di Bau, ma non è una nostra responsabilità. Ovviamente se ha ritenuto che quel canile andasse chiuso, era normale che prima di mettere i lucchetti cercasse un’altra sistemazione per i cani che vivevano lì. Un luogo che rispettasse tutti i criteri e le normative europee in materia di gestione animali.
Voi avete già tanti cani nella vostra struttura, come fate?
Infatti, siamo stati anche attaccati sul soprannumero degli animali presenti in canile. Ma non abbiamo nessun sovraffollamento. Già prima della partecipazione al bando, noi ci siamo adoperati per ingrandire il canile. Negli anni 2016, 2017, 2018, in accordo con i comuni convenzionati, con la Asl e con i Carabinieri abbiamo chiesto la chiusura degli ingressi, proprio perché avevamo troppi cani da seguire e averne di più non ci avrebbe permesso di lavorare come si deve. Per questo abbiamo deciso di allargarci e creare spazi per altri 500 cani circa. Quando ci capita un cane fratturato o con qualche problema di salute, dobbiamo garantire assolutamente la degenza e attualmente non può entrare alcun cane se non ferito, traumatizzato o particolarmente pericoloso.
Il 24 settembre scadeva la concessione a Tana di Bau e voi avreste dovuto portare via i cani, perché sono ancora lì?
Noi eravamo pronti a portarli via. A metà settembre noi e la responsabile dell’altro canile siamo stati convocati dal dirigente del comune, ingegner Mura, che ha seguito tutta la pratica per metterci d’accordo per il trasferimento dei cani da Tana di Bau a Shardana. Avendo vinto noi l’appalto, dovevamo occuparci anche del trasferimento. Abbiamo chiesto alla responsabile di Tana di Bau le schede cliniche, le abbiamo chiesto di indicarci quali cani avessero bisogno di cure, le patologie, insomma tutte le caratteristiche per muoverci nel miglior modo possibile. Avremo mandato il nostro personale qualificato, senza toccare sulla, ma eravamo pronti a seguire le loro indicazioni per portare via i cani nel miglior modo senza traumatizzarli. Questo incontro si è rivelato inutile, perché dall’altra parte non abbiamo avuto alcuna collaborazione, ma è stato messo un muro. Ad oggi noi non abbiamo ancora le schede sanitarie, nonostante il comune avesse imposto di consegnarle in breve tempo. Abbiamo chiesto anche quale fosse il loro cibo abituale, per non cambiarlo bruscamente, ma abbiamo avuto risposte negative.
Sono passati altri dieci giorni e i cani sono ancora lì.
Il 24 settembre il comune è andato a ritirare le chiavi, ma non abbiamo ancora potuto spostare i cani. Nel frattempo i nostri veterinari e il nostro personale hanno visitato i cani lì e devo essere onesto, stavano tutti bene. Quello che non ci è piaciuto è stato trovare nei Paddock feci di topi, quindi il nostro direttore sanitario, Dott Cosseddu, ci ha impedito di far uscire i cani perché poteva essere pericoloso. Lo sgambamento lo stanno facendo nei corridoi. Ancora le schede non ci sono state consegnate, ma ora come ora non ci servono più, perché ci stiamo occupando di ogni singolo cane nonostante si allunghino i tempi del trasferimento. Abbiamo presentato un progetto per il benessere degli animali per capire come portare via 86 cani senza creargli danno. Ci hanno dato il tempo massimo di 3 mesi, fino al 31 dicembre, per fare un trasferimento graduale, ma io non credo ci servano tutti questi mesi ci stiamo attrezzando per portarli via prima e spero entro un mese di riuscirci. Certo se ci fosse stata sinergia e collaborazione tra le parti sarebbe stato tutto più semplice. Quando tutta questa storia sarà finita, io voglio invitare tutti a venire a trovarci per vedere come stanno e dove sono i cani, come li trattiamo. I nostri cancelli sono aperti a tutti, ma soprattutto voglio che le persone amanti degli animali ci aiutino a darli in adozione, perché il canile deve essere solo un luogo di passaggio dove rimettere in forze il cane, che poi ha bisogno e merita l’amore di una famiglia”, conclude Salvatore Magliani.
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