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La protesta delle malate oncologiche: “I problemi ci sono, condividiamo le richieste, abbiamo tutte lo stesso obiettivo”

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Il 18 giugno le pazienti oncologiche riunite in diverse associazioni convocano una conferenza stampa per denunciare le gravi criticità dell’ospedale oncologico. Non si tratta di problemi da poco, in particolare preoccupano i tempi lunghissimi per ottenere una diagnosi. E sicuramente non è da ieri che si fa presente alle istituzioni questo problema, proprio un anno fa ci fu un incontro con l’allora Assessore Regionale alla Sanità, Arru. L’accorpamento del Businco all’Azienda Ospedaliera Brotzu non aveva dato i risultati sperati e anzi aveva peggiorato la situazione.

A distanza di un anno, però, le condizioni delle pazienti non sono migliorate, è proprio di qualche giorno fa la testimonianza di una paziente che per l’esito di un esame istologico ha dovuto attendere addirittura 4 mesi. Per queste ragioni Socialismo Diritti e Riforme, Adiconsum Sardegna, Fidapa e Fondazione Taccia – Mai più sole contro il tumore ovarico hanno ritenuto di dover informare l’opinione pubblica attraverso la stampa, della situazione, e nello stesso tempo rivolgere un appello al nuovo Assessore alla Sanità Nieddu, il quale si è reso immediatamente disponibile, e ha spiegato di aver già messo mano ad alcuni problemi della struttura, e comunque le difficoltà del Businco rappresentano una priorità per il suo assessorato.

Naturalmente la stampa ha portato alla luce i problemi emersi dall’incontro con le associazioni. Come si evince dagli articoli, non c’è nessuna colpevolizzazione degli operatori sanitari, anzi medici e infermieri fanno del loro meglio per accogliere, supportare e soprattutto curare le pazienti, il Businco può contare su delle vere eccellenze e grandi professionalità e questo aspetto è stato posto come premessa a qualsiasi tipo di protesta. Non tutti però hanno condiviso la scelta della conferenza stampa: l’associazione “Abbracciamo un sogno” ha replicato alla protesta, definendola “Urlata e terroristica”, per il timore che questo genere di informazione possa creare disagio, soprattutto nelle persone che hanno appena appreso la propria diagnosi oncologica e si apprestano a sottoporsi alle cure. In realtà la stessa associazione ammette l’esistenza di criticità all’interno dell’ospedale e a sua volta presenta delle richieste.

La Fondazione Taccia – Mai Più Sole Contro il Tumore Ovarico, oggi pubblica un comunicato col quale spiega la necessità di ricorrere alla stampa, e sicura della condivisione di intenti con tutte le associazioni che operano all’interno del Businco, propone il dialogo e si unisce alle richieste presentate dall’associazione “Abbracciamo un sogno”, che peraltro in gran parte corrispondono a quelle espresse nella conferenza stampa dei giorni scorsi. Questo il comunicato di Fondazione Taccia – Mai Più Sole Contro il Tumore Ovarico:
Dopo la conferenza stampa dello scorso ​18 luglio​, indetta dalle associazioni Socialismo Diritti e Riforme, Adiconsum Sardegna, Fidapa e Fondazione Taccia – Mai più sole contro il tumore ovarico,​ per evidenziare alcune carenze dei servizi ospedalieri dell’Ospedale Armando Businco di Cagliari continuano ad arrivare all’indirizzo email di Mai Più Sole Contro il Tumore Ovarico le segnalazioni di malasanità e che lamentano le lunghe liste d’attesa. Infatti tra la diagnosi di tumore e l’intervento chirurgico possono addirittura trascorrere 40 o 50 giorni di attesa. Questo è uno degli aspetti più gravi, così come l’arrivo in tempi non celeri dell’esito del referto istologico (proprio pochi giorni fa la madre di una paziente della Rete Mai Più Sole sottolineava i lunghissimi 4 mesi prima di ricevere il referto). Questi e molti altri problemi sono evidenziati nella petizione online stilata nel maggio 2018 dalle associazioni dei pazienti. Si tratta di dati oggettivi che hanno raccolto oltre 21.000 firme e, ad oggi, hanno visto la sola risoluzione della riapertura del bar dell’ospedale rimasto chiuso per oltre due anni. L’assessore alla sanità​ Mario Nieddu​ ​ha risposto immediatamente​ ai dati evidenziati durante la conferenza stampa dello scorso 18 luglio assicurando che visiterà il Businco al più presto e che sul fronte delle liste d’attesa “​Un primo passo è stato fatto con lo sblocco del turnover degli specialisti ambulatoriali e con l’individuazione di risorse per aumentare il numero delle prestazioni e abbattere i tempi delle visite specialistiche
​ ” Appurata attraverso il quotidiano Vistanet la posizione di alcune pazienti oncologiche appartenenti al Gruppo Abbracciamo un Sogno, ci uniamo alle richieste delle 31 firmatarie dell’articolo così sintetizzate (altro non sono che una parte di quelle già evidenziate all’interno della petizione online):

“- chiediamo la sostituzione del personale sanitario andato in pensione; -chiediamo la figura dello psiconcologo presente in ogni reparto;

-chiediamo la figura del nutrizionista che ci aiuti a supportare il peso delle terapie e le trasformazioni del nostro corpo;

-chiediamo la figura dell’assistente sociale presente nei nostri reparti, professionista che guidi chi entra al Businco ad affrontare il proprio percorso di cura dal punto di vista dei diritti;

-chiediamo personale amministrativo che permetta al personale sanitario di dedicare a noi pazienti il tempo della cura senza per questo perdere il proprio tempo di vita;

-chiediamo di dedicare fondi, tempo e cura alla “struttura” Businco che ha un’età che richiede interventi anche strutturali.” La speranza è che l’unione di ogni segnalazione conduca concretamente a:

– la riduzione dei tempi di attesa di comunicazione della diiagnosi e del tempo che intercorre tra diagnosi e intervento chirurgico;

– sia garantita la subitanea disponibilità delle sale operatorie del Brotzu usufruendo dei fondi previsti per le prestazioni aggiuntive;

– si realizzi un ampliamento degli spazi destinati alla chemioterapia;

– si abbia il potenziamento dell’equipe di supporto sociale e psicologico. Risolvere alcuni problemi strutturali e di organizzazione significa valorizzare l’encomiabile lavoro degli specialisti e operatori dell’Ospedale Businco: le nostre eccellenze sarde​, purtroppo, non sono adeguatamente supportate dai carenti servizi ospedalieri e ciò conduce i pazienti a scegliere centri ospedalieri fuori Sardegna non perchè non si fidino del proprio medico e della sua equipe, ma semplicemente per non incappare nelle​ lunghe liste di attesa​. Richiedere il miglioramento delle prestazioni dell’ospedale Businco attraverso una conferenza stampa e tutti i mezzi a disposizione non significa urlare o fare terrorismo, ma dar voce al diritto alla sanità, un ​diritto​ che non può essere sottaciuto e deve essere onorato con continue e instancabili richieste ogni volta in cui il paziente si sentirà un ospite del centro ospedaliero. E proprio perchè non ci piace la parola paziente ribadiamo la nostra posizione di persone, ognuna con la propria storia ed il proprio percorso oncologico, che esigono ​sentirsi a casa​ all’interno dell’Ospedale Businco.

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