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Businco, la replica dei pazienti oncologici: “Noi NON ci ritroviamo nel “caos”, o in “condizioni disumane”

businco
Ecco la replica del Gruppo Abbracciamo un Sogno, i pazienti oncologici del Businco, agli attacchi arrivati da varie associazioni all’ospedale cagliaritano, principale presidio oncologico della Sardegna, riferiti al malfunzionamento della struttura.

“Siamo un gruppo di pazienti oncologici che non si sente rappresentato da chi urlando utilizza i media per creare scandalo e destabilizzazione. Siamo seguiti all’Ospedale Businco e ci sentiamo di dire che al di là delle criticità proprie di una realtà grande che serve numeri importanti di pazienti noi NON ci ritroviamo nel “CAOS”, o nelle “CONDIZIONI DISUMANE” gridate da titoli in prima pagina di moltissime testate locali. Ci dispiace cogliere l’uso inappropriato delle nostre storie per fini chiaramente “discutibili”. La malattia coinvolge tutti, mescola vita e crea un nuovo ordine cercando di dare una “direzione”, consapevoli che il concetto di malattia esiste nella vita quotidiana…Tante energie ci sembra più opportuno utilizzarle per chiedere a chi è preposto quanto è necessario a ciascuno di noi che si trova ad affrontare un periodo delicato e importante per la propria vita, quale è il percorso di cura oncologica.

Chiediamo figure fondamentali per i nostri percorsi di cura, figure che ci guidino alla riconquista della salute;
chiediamo la sostituzione del personale sanitario andato in pensione;
chiediamo la figura dello psiconcologo presente in ogni reparto;
chiediamo la figura del nutrizionista che ci aiuti a supportare il peso delle terapie e le trasformazioni del nostro corpo;
chiediamo la figura dell’assistente sociale presente nei nostri reparti, professionista che guidi chi entra al Businco ad affrontare il proprio percorso di cura dal punto di vista dei diritti;
chiediamo personale amministrativo che permetta al personale sanitario di dedicare a noi pazienti il tempo della cura senza per questo perdere il proprio tempo di vita;
chiediamo di dedicare fondi, tempo e cura alla “struttura” Businco che ha un’età che richiede interventi anche strutturali.

Non è necessario urlare, destabilizzare i nuovi pazienti che si trovano a dover accedere in questa struttura, mettere in cattiva luce una struttura con un bacino di utenza non indifferente, fare terrorismo e cattiva informazione senza essere propositivi. Noi chiediamo che tempo e risorse della nostra vita di pazienti oncologici siano spesi per ottenere quanto è nostro diritto al fine di vivere il nostro tempo di cura senza affanni. Non ci sgomenta essere chiamati per numero ma nello stesso tempo essere riconosciuti e accolti come persone… chiediamo a chi grida allo scandalo di offrirci opzioni differenti che possano “servire” il non indifferente numero di pazienti che quotidianamente accedono ai servizi del Businco. Ci stupisce lo “stupore” di chi sottolinea con enfasi le 6/8 ore da vivere all’interno del DH senza perdere tempo a informarsi sulle motivazioni che portano a sommare queste ore di attesa. Sarebbe stato bello che chi da voce a ogni allarmismo e malumore di questa portata avesse speso un attimo del suo prezioso tempo per informarsi sulla veridicità delle affermazioni e sul reale stato delle cose.

La sanità sarda è sempre stata “il piatto unico” nel quale e dal quale servirsi per ogni personalissimo obiettivo o fine. La sanità sarda soffre, ma è una sofferenza nazionale, delle conseguenze di un uso improprio dei servizi e delle risorse, di “appropriazioni” non sempre chiare e alla luce del sole. La sanità sarda è ciascuno di noi… non andiamo in giro a cercare “colpevoli” della situazione attuale…

Quando facciamo scorte di farmaci;
quando prenotiamo esami e non rispettiamo l’appuntamento e non lo cancelliamo;
quando pretendiamo controlli non necessari o in tempi non congrui;
quando non rispettiamo l’orario dell’appuntamento andando a congestionare gli spazi dedicati all’accoglienza e all’attesa,
quando pretendiamo di avere strutture sanitarie nel nostro territorio e non le utilizziamo rivolgendoci ad altra parte del territorio…

La somma di tutto questo ha portato e porta la sanità sarda al collasso, ciascuno di noi ha da osservare il proprio operato e di conseguenza portare dei cambiamenti nella propria vita per il bene di tutti. Certi che solo insieme le trasformazioni sono possibili, siamo disponibili ad un confronto sereno, propositivo, attento alle esigenze di ogni parte.

Paola Masia
Simona Melis
Alessandra Loni
Vitalia Zedda
Antonia Collu
Bruna Porceddu
Sylvia Vistosu
Angela Mascia
Patrizia Stara
Claudia Puddu
Luciana Collu
Susanna Vaccargiu
Immacolata Zanda
Maria Francesca Piras
Anna Rita Vacca
Daniela Valdes
Loretta Pagnoni
Olinda Dessì
Gabriella Lilliu
Michela Atzeni
Cristina Concas
Maria Salis
Giampiera Contu
Silvia Deligia
Stefania Parodo
Francesca Contu
Luciana Spina
Marina Aresu
Delia Schintu
Agnese Fadda
Marina Mura”.

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