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Ridere in modo non convenzionale: lo stand-up comedy in Sardegna ai tempi di Netflix

Un palco illuminato da luci soffuse e quasi completamente spoglio, un microfono, un comico che fa un lungo monologo. La gente ride, tantissimo. Ride perché ciò che gli viene raccontato non è qualcosa di convenzionale, di già sentito in televisione o alla radio. Ride e applaude, partecipa con trasporto ed ha accolto a Cagliari il “Comedy Festival“, organizzato dagli Intrepidi Monelli e dal collettivo Stand-up comedy Sardegna.

Ogni sera due eventi, l’Auditorium Comunale di piazza Dettori sempre pieno per quattro giorni consecutivi con comici locali, nazionali e internazionali. Molti di questi già noti per alcuni spettacoli finiti su Netflix, che da diverso tempo sta investendo su un genere che in Italia si sta allargando a mano a mano sempre di più. Francesco de Carlo e Saverio Raimondo hanno portato in Sardegna i propri apprezzati spettacoli, a cui sono seguiti – tra gli altri – quelli di Pietro Sparacino, Michela Giraud, Daniele Fabbri e Stefano Rapone.

«Il Festival è andato molto bene» racconta Alessandro Cappai, autore del sito satirico Lercio.it. «Abbiamo avuto centinaia di persone ogni sera, tutti sono stati interessati e felici di ascoltare gli stand-up comedian. E i nostri ospiti sono rimasti ben impressionati dal calore ricevuto. Era la prima edizione, ma questo è un evento unico nel suo genere: non ne esistono altri in Italia». A chiudere il festival ci ha pensato lo statunitense Judah Friedlander, stand-up comedian anch’egli su Netflix e attore di fama mondiale nei film di Ben Stiller. Il suo è stato l’unico spettacolo in lingua inglese, abbastanza fuori dagli schemi rispetto a quanto visto normalmente sui palchi italiani.

La Sardegna dunque si pone capofila di una idea che ha fatto crescere una scena molto ampia comprendente diversi comici come Matteo Pilloni, Francesca Falchi, Valeria Pusceddu, Roberto Lai, Stefano Podda e tanti altri. «Stiamo venendo fuori alla distanza” spiega Albert Canepa, ma specifica che “il mare è comunque un limite. È difficile poter fare delle singole serate in giro per l’Italia, dunque stiamo lavorando tantissimo affinché qui si cementi una scena di valore, con uno stile che fin qui è stato apprezzato in diverse parti dell’isola. La risposta è tanto positiva ovunque».

Gli stand up comedian, dopo tutto, portano sul palco loro stessi ed una comicità per certi versi più intima. Non hanno necessità di diventare una macchietta, ma vivono un personaggio che scava sulla propria esperienza e la condivide in maniera universale. Ecco allora l’arrivo di monologhi sul vivere quotidiano, la religione, il sesso, i rapporti interpersonali, i tic classici di ciascuno con l’unico proposito di far ridere compiendo un ragionamento logico e spregiudicato (nei termini, nei modi).

(Foto credit: Stand-up Comedy Sardegna FB)

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