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Gogò, il cane investito e lasciato agonizzante. La sua storia a lieto fine

Gogò ora è felice. Vive da circa sei mesi a Bari Sardo, amato e coccolato da quelli che, oltre ad essere i suoi salvatori, sono diventati – sebbene ufficialmente solo da poco – i suoi padroni, Gianluca Mancuso e Yuana Sodde. Non è stato sempre così fortunato, però, il piccolo Gogò.

Gogò la notte del salvataggio

È il novembre 2018 quando Gianluca Mancuso, in giro con un amico, nota, a bordo strada, dentro ad una galleria, un animale sdraiato e agonizzante. È stato investito e lasciato lì, sanguinante. Decide, senza pensarci due volte, di portarlo dal veterinario a Tortolì. Sin da subito la situazione appare grave, gravissima. La vita di Gogò è appesa a un filo, le sue condizioni sono disperate: è anemico, ha la vescica rotta e un brutto ematoma sulla milza ed è sotto shock. Viene operato d’urgenza e monitorato per una settimana.

Poi si parte, direzione Cagliari. Lì viene ristabilita la frattura alla zampa e si svolge la riabilitazione ortopedica. È Mancuso stesso a raccontare, per filo e per segno, la vicenda, tramite la pagina (“Uniti per Gogò”) che è stata creata per raccogliere donazioni affinché potesse essere curato. Lui e Yuana Sodde sin dal primo momento, quello del salvataggio in extremis, scrivono sui social aggiornando di tutti i progressi tutte le persone che si sono innamorate di quel musetto dolce. Per il povero meticcio, vittima della negligenza umana, è una corsa contro il tempo. Entra ed esce dalla sala operatoria più volte. Gogò è un lottatore, non molla e, nonostante le varie prove cui viene sottoposto, non perde mai quello sguardo felice. Sembra quasi aver compreso di aver trovato la sua strada, una strada che odora di coccole e di pasti caldi, di copertine e di amore.

Quando finalmente viene portato a casa, Gianluca e Yuana lo coccolano e gli stanno accanto. Diventa presto parte della famiglia. Gogò migliora costantemente e a febbraio Yuana Sodde scrive finalmente, dopo un controllo veterinario, che “non si sono evidenziati dolori e traumi specifici”. Sì, spiega, non è facile farlo uscire di casa, anche solo mettere il collare è un’impresa, ma l’importante è che sia fuori pericolo. Piano piano, troverà fiducia.

Ultimissima bella notizia, quella della prima metà di maggio: “Gogò, allora!” scrive Sodde sulla pagina “Dobbiamo dirti una cosa… Quanti mesi sei a casa? 5, 6 mesi? Mhhh. Testone di un volpino! Cosa vogliamo fare quindi? Che dici, resti qua con noi? Ti va?”. E questo è il lieto fine di Gogò, che vivrà con i suoi salvatori.

 

 

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