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Lo sapevate? Nel ’59 a Cagliari le scuole chiusero a maggio per un’epidemia di poliomielite

La poliomielite è una grave malattia infettiva del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale, si trasmette per via respiratoria . Il virus penetra nel sistema nervoso centrale nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide, condizione nota come paralisi flaccida; in casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi cranici, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola.

Nel 1958 in Italia si registrò un picco del virus che rese invalide più di 8mila persone. Nel 1959 una nuova diffusione del virus colpì la Sardegna, in particolare Cagliari, tanto che nella sola prima settimana di maggio in città si registrano 58 casi tutti di bambini in età scolare. Così l’allora sindaco Mario Palomba in accordo con le autorità sanitarie e il Provveditore, emanò un’ordinanza con la quale stabiliva la chiusura anticipata di tutte le scuole elementari della città. Nel nostro Paese il vaccino, scoperto da Jonas Salk nel 1954 in America, arrivò nel 1957, ma inizialmente in pochissimi sottoposero i propri figli alla vaccinazione.

Nel 1964, fu promossa una campagna di vaccinazione di massa che ridusse i casi a 3mila in un anno, e nel 1956 i casi registrati furono solo cinquecento. Nel 1966 il vaccino venne reso obbligatorio, ma vista la diversa adesione alla campagna vaccinale che si ebbe al Sud rispetto al Nord del Paese, con un’incidenza di infezioni poliomielitiche tre volte superiore al Sud rispetto al Nord nel triennio 1966-68, il Ministero della Salute rese obbligatoria la vaccinazione nel primo anno di vita e il richiamo nel terzo anno. L’ultimo caso di poliomielite in Italia fu registrato nel 1983.

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