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Foto del buco nero: nel progetto, anche il sardo Ciriaco Goddi, laureato all’Università di Cagliari

Gli astrofisici la chiamano la foto del secolo ed è la dimostrazione della ragione di Einstein: come scrive Repubblica, si vede la linea dell’orizzonte degli eventi, la distorsione dello spazio-tempo. Ben 8 i radiotelescopi in tutto il mondo che hanno partecipato alla scoperta. Sono le prime immagini, tenute nascoste per mesi e rese pubbliche solo ora, di un “buco nero”, precisamente il buco nero M87, al centro della galassia Virgo A (55 milioni di anni luce di distanza): lì dove spazio e tempo non esistono e viene risucchiato tutto ciò che valica il limite. Il direttore del progetto  internazionale Event Horizon Telescope, Eht Sheperd S. Doeleman, del Center for Astrophysics, Harvard & Smithsonian, ha dichiarato che si tratta della conferma della teoria della Relatività, mai appurata prima in un laboratorio di fisica così estremo.

Soggetto? L’assenza. La foto è stata sviluppata grazie all’osservazione simultanea di otto radiotelescopi in tutto il globo. Ma la cosa spettacolare è che anche un sardo, Ciriaco Goddi, è tra le menti di questa stupefacente scoperta. «Siamo orgogliosi ed entusiasti di rivelare al mondo la prima straordinaria foto di un buco nero» ha dichiarato a La Stampa Goddi, segretario del consiglio scientifico del consorzio “Event Horizon Telescope”. Tra i partner di questo incredibile progetto anche l’Eso (Osservatorio europeo australe) che, come dichiara il direttore di quest’ultimo osservatorio, Xavier Barcons, «ha l’onore di aver contribuito in modo significativo a questo risultato attraverso la sua leadership europea e il suo ruolo chiave in due dei telescopi componenti di Eht, che si trovano in Cile – Alma e Apex». Per Alma, nel deserto di Atacama, c’era Ciriaco Goddi. Il 43enne è nato a Nuoro, vissuto a Orune e, dopo la laurea in Fisica presso l’Università di Cagliari, ha conseguito un dottorato.

«Con questa esperimento abbiamo dimostrato che i buchi neri esistono, e che possono essere studiati con osservazioni astronomiche», spiega a Focus l’orunese. «Provare l’esistenza di questi corpi celesti riveste un’importanza fondamentale nella nostra concezione dell’universo. Infatti, i buchi neri sono una delle previsioni principali della teoria della Relatività generale di Einstein». «Quello che stiamo facendo è dare all’umanità la possibilità di vedere per la prima volta un buco nero, una sorta di ‘uscita a senso unico’ dal nostro universo» ha aggiunto Doeleman, come scrive Repubblica «questa è una pietra miliare nell’astronomia, un’impresa scientifica senza precedenti compiuta da un team di oltre 200 ricercatori».

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