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Cagliari, il Parco di Molentargius compie 20 anni tra progetti di valorizzazione e difesa della biodiversità

Nel 2015 la Fondazione Con il Sud bandisce il concorso per un finanziamento per la valorizzazione di aree protette. L‘Associazione per il Parco Molentargius Saline Poetto partecipa e si aggiudica un finanziamento di 80mila euro ai quali un gruppo di associazioni, tra le quali Legambiente, Circolo Kayak, ACLI, aggiungono altri 20mila euro. Con questi fondi è stato promosso un progetto in parte già realizzato, finalizzato allo sviluppo del patrimonio naturalistico del Parco. Il progetto intitolato “Biodiversità tra passato remoto e presente”, tra i vari partner dell’iniziativa anche l’Università di Cagliari e Sassari, con un approccio rigorosamente scientifico mira a raggiungere due obiettivi. Da un lato ottenere un riconoscimento importante per la spiaggia fossile e dall’altro elaborare strategie efficaci per controllare e possibilmente ridurre la riproduzione del Gambero della Louisiana.

Questa mattina nella sala Helmar Shenk al Parco di Molentargius, sono state mostrate le attività del progetto. Come ha spiegato Vincenzo Pascucci dell’Università di Sassari, la spiaggia fossile è stata studiata con sondaggi nel terreno, “Carotaggi”, prelievi di porzioni cilindriche di terreno in profondità, e studio dei minerali tramite la loro luminescenza. In questo modo è stato possibile datare con certezza la spiaggia fossile che si è formata 130mila anni fa. La spiaggia rappresenta un sito di grande importanza e l’obiettivo di farlo riconoscere come geosito, metterlo in sicurezza per renderlo fruibile ai visitatori, adesso che è stato datato con certezza, sarà più facile da raggiungere. Sono state svolte poi dalla società “Criteria” una serie di ricerche, una sorta di censimento della flora e della fauna presenti nella zona del Parco chiamata “Orto botanico” perché inizialmente vi si doveva impiantare un orto botanico.

Una parte dei fondi è stata destinata a un’importante ricerca finalizzata a individuare strategie efficaci per controllare con mezzi eco sostenibili la diffusione del Gambero della Louisiana una delle 100 specie più pericolose al mondo per le biodiversità. Questa specie giunta in Sardegna nel 2005 ha trovato anche nel Parco delle Saline un habitat ideale per riprodursi, Paolo Solaris Stefania Peddio e Giacomo Frau dell’Università di Cagliari, hanno illustrato i risultati della loro ricerca. Al momento non esistono sistemi che permettano di eliminare completamente il gambero “Killer” dall’Isola.

Questa specie ha una capacità di adattamento spiccata e questo la rende un nemico di molte specie autoctone, il suo corpo è interamente ricoperto di sensori per le sostanze chimiche, la ricerca ha individuato una sostanza chimica naturale che lo attrae. Dotando le trappole di questa sostanza il numero di gamberi catturati aumenta notevolmente. Contribuendo a tenere sotto controllo la sua diffusione. Fanno parte del progetto anche la creazione di due biopercorsi segnalati con pannelli illustrativi e apparecchiature multimediali. In cantiere iniziative per festeggiare i 20 anni dall’istituzione del Parco.

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