Incidente stradale questa mattina in viale Diaz.

Un 46enne di Quartu sant’Elena con una Ford Focus, stava percorrendo viale Diaz diretto verso il Poetto. All’altezza della piscina comunale ha perso il controllo dell’auto andando ad urtare violentemente contro un albero piantato nell’isola spartitraffico.

Dopo l’urto con l’albero l’auto è carambolata sul lato destro della carreggiata. Sia il conducente che la passeggera sono rimasti contusi tanto da essere soccorsi dal 118 e trasportati al PS degli ospedali Brotzu e Marino.

Ingenti i danni al veicolo e alla corteccia del pino. Inevitabili i disagi per il traffico data la chiusura del tratto di strada per consentire i rilievi e la pulizia della strada dai detriti e frammenti del veicolo e dalle parti dell’albero urtato.

Sul posto la Polizia Municipale per i rilievi del caso e accertare le cause della perdita di controllo del veicolo.

Si tratta di uno dei pigmenti più ricercati della preistoria ed è possibile trovarne anche in Sardegna (il campione che vedete in foto proviene dall’Iglesiente). Si tratta dell’ocra, “Una miscela di minerali ferrosi dall’aspetto “terroso”, in grado di sfumare in tonalità dal rosso al giallo”, specifica il geologo del GeoMuseo Stefano Incani di Masullas, Luigi Sanciu.

Dalla preistoria fino ai giorni d’oggi l’ocra ha avuto un carattere multifunzionale, assumendo molte volte un valore simbolico-magico. Nel Paleolitico l’utilizzo dell’ocra non era univoco: polverizzata, venne impiegata sia come colore nelle pitture rupestri sia nell’ambito dei rituali funerari.

L’ocra rossa fu ritrovata anche nelle sepolture neolitiche della Sardegna e trova un preciso significato nei rituali funerari attestati ad esempio nelle tombe della necropoli ipogeica del Neolitico Medio (4800-4450 a. C.) di Cuccuru S’Arriu di Cabras: nella tomba n. 387 il defunto era adagiato in posizione fetale con la statuina posta nella mano destra; il corredo era disposto tutto attorno al corpo; all’interno di una ciotola furono rinvenute due conchiglie aperte incrostate di ocra rossa, le cui tracce erano presenti anche sullo scheletro e sul corredo.