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Apocalypse Mum. “La gravidanza è uno stato di grazia”, la più grande bugia che la storia ricordi

incinta

Foto storiedimamma.com

Dite la verità, quante volte avete frastimato, mentre vi rendevate conto che le vostre braccia non erano abbastanza lunghe da superare la distanza tra il vostro corpo, la pancia e i lacci delle vostre scarpe? E ve lo sareste immaginato quanto è profonda la mortificazione di 9 mesi senza mortadella? È giunto il momento di squarciare il velo di omertà, basta parlare di gravidanza come uno stato di grazia, compiamo un gesto di generosità e prepariamo le future mamme alla verità. Eh sì, fanciulla dagli occhi sognanti che ti vedi radiosa col pancione, ci sono due o tre cose che devi sapere. Non credere a quelle che parlano di una leggera nausea, leggero fastidio allo stomaco, leggero gonfiore alle gambe, regola numero uno: in gravidanza niente è leggero. Un giorno proverai a indossare i sandali e ti accorgerai che dove un tempo c’erano due caviglie affusolate ora campeggiano due cotechini.

Quel consolante profumo di caffè che ha allietato i tuoi risvegli fino a quel momento, ti farà correre in bagno e abbracciare il water che, lo scoprirai presto, diventerà il tuo migliore amico. Non stupirti se nel cuore della notte improvvisamente ti prende una incontrollabile voglia di fragoline di bosco, conta che sicuramente sarà dicembre, perché se fosse maggio avresti una voglia matta di melagrana. La gravidanza ti fa desiderare cose che non puoi avere, hai gli ormoni sottosopra quindi non cercare razionalità dove non puoi trovarne, c’è un neurone che nel tuo cervello bisbiglia incessantemente: fragole,fragole,fragole..e tu non pensi ad altro, ma quando il futuro papà, lui sì che si trova in uno stato di grazia, dopo essere andato nell’altro emisfero dove è primavera a prenderti le fragole, te le presenta tutto sorridente, tu starai desiderando il kiwi rosa del Sud Africa occidentale. 9 mesi così.

Ma parliamo di sonno, si lo so che tu sei una dalla dormita facile anche in condizioni normali, ma qui non si parla di sonno, no no si parla di narcolessia, del tipo che ti addormenti salendo le scale, versandoti un bicchiere d’acqua, facendo pipì. E già che ci siamo parliamo di pipì. La farai con una frequenza snervante, ti verranno i segni della tavoletta dietro le cosce, finirai per invocare il catetere, ne farai due gocce anche se ti sembrerà di averne litri. 9 mesi così. Anzi no, se la devi fare nel contenitore sterile per fare l’esame delle urine non ti verrà mai, neanche una goccia. Altro problema che con la grazia ha poco da spartire sono gli sbalzi di umore. Felice triste, felice triste, felice triste, intermittente come l’insegna del bar dove vorresti andare ad affogare i tuoi pensieri, se non fosse che non puoi bere alcolici.

Ed eccoci a un altro grande disagio da maternità: le privazioni, niente alcolici, niente salumi tranne la bresaola, ma è meglio di no perché tanto te la affettano con la lama contaminata, niente frutti di mare crudi, niente sforzi, poco sport, non si capisce perché ti devi riguardare visto che sei incinta e non malata. 9 mesi così. A tutto questo aggiungi visite, esami, controlli, ecografie, talmente tanti che diventano un lavoro dove non guadagni ma paghi tu. Diciamo che volendo potresti farne molti meno, ma tanto li farai tutti perché già dal momento in cui la creatura era solo di 4 cellule ti è scattato il meccanismo del senso di colpa barra responsabilità per cui farai tutto ciò che in tuo potere per prenderti cura di lui barra lei barra loro se sei sfigata (o fortunata dipende dai punti di vista). Visto che tanto ti sottoporrai all’intero protocollo di visite mediche, è meglio che ti prepari. A un certo punto della gravidanza , un po’ più della metà, più o meno quando la creatura comincia a scalciare che ti stai chiedendo se non sia la reincarnazione di Pelè, dovrai sottoporti alla curva glicemica. Serve per vedere se ti stai scofanando troppi dolci (a voglia se te li stai scofanando!). Ti dovrai tracannare un bottiglietta di puro glucosio. Denso, vischioso, stramaledettamente dolce e pensa un po’, non puoi bere acqua. Il picco glicemico è talmente forte che la creatura ballerà su ballu tundu per mezz’ora. E spera che vada bene, altrimenti ti toglieranno tutti i carboidrati, invocherai Margherita nel sonno e dovrai spiegare al futuro papà che non stai cantando Cocciante, ma delirando per il desiderio di pizza.

Se non hai la sindrome dell’uovo di Pasqua e quindi vorrai sapere il sesso del nascituro appena possibile, ti troverai davanti a un dramma. Se sotto il piatto del futuro papà dovrai mettere un paio di calzine azzurre, ecco la prima verità da mamma di maschio: reparto abbigliamento da femminuccia batte reparto abbigliamento da maschietto cento a zero. Quattro cose tutte uguali. Questo è quello che troverai nei negozi da questo momento e fino a quando sarai tu a comprargli i vestiti. Se invece sotto il piatto il papà troverà le calzine rosa, allora spese per il guardaroba da femminuccia batte spese per il guardaroba da maschietto cento a zero. Riverserai su di lei tutta la tua shoppingpatia. Sorvoliamo sul capitolo mongolfiera, ovvero quanto stai ingrassando, la mammitudine è così, in condizioni normali se prendi mezzo chilo hai un crollo emotivo, se sei incinta ogni mezzo chilo è un traguardo da ostentare, ma attenzione perché poi i 9 mesi per fortuna finiscono, mentre i chili restano, ah se restano!

C’è un’ultima raccomandazione, cara giovane aspirante mamma, stai in guardia: in qualunque posto viva, a qualunque famiglia appartenga, dagli Appennini alle Ande, incontrerai sul tuo cammino verso la maternità una categoria di donne che devi evitare come la peste. Sono le terroriste del parto, le Boko Haram delle doglie, le jihadiste del “Tunonsaicosatiaspetta”, vivono solo per raccontarti quanto si soffre durante il parto, e ti scovano sempre. Ti anticiperanno quanta dannazione ti attende, ma tu non farti mettere paura, non si sa se è vero che Dio disse «Donna, tu partorirai con dolore», ma di sicuro non ha detto «è vietato partorire sotto l’effetto dell’epidurale» e anzi, santo subito chi la inventò. Poi certo, l’effetto dell’epidurale passa…

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