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Prezzo del latte, Zedda: “Serve un patto di filiera, garante la Regione e lo Stato”

foto Rossella Pinna

La questione dei pastori e del latte a prezzo troppo basso entra nel dibattito politico. Da Guspini, dove si è recato per un comizio elettorale, Massimo Zedda commenta le proteste e abbozza quelli che potrebbero essere gli interventi nel comparto.

«Siamo inseriti in un sistema dove le grandi centrali che acquistano il latte lo pagano troppo poco ai pastori, 0,60 centesimi è al di sotto dei costi di produzione del litro di latte, quindi è sottocosto e sottopagato» esordisce Zedda. Occorrono soluzioni a medio e lungo termine che non vengono date, accanto agli interventi immediati. Fra questi, Zedda cita ciò che è stato fatto per l’allevamento bovino, attraverso una legge, a livello nazionale e che permetterebbe di abbattere i costi di produzione aumentando il beneficio economico dei pastori.

«Il costo del latte dipende da tanti fattori, dal costo dell’energia, il costo dei mangimi, dell’acqua, del trasporto delle merci ma sistematicamente ci si preoccupa di dare solo qualche centesimo in più al mondo della pastorizia. Serve un patto di filiera, garante la Regione e lo Stato». Ma la soluzione ai tanti problemi non può essere una sola e di fronte al sistema compatto dell’industria casearia, Zedda prospetta anche che i pastori possano e debbano poter fare fronte unico, «per non essere vittime di un sistema che strozza le loro vite».

Secondo Zedda, gli stessi pastori dovrebbero poter avere dei macchinari che permettano loro di lavorare il latte nelle fasi iniziali, abbattendo ad esempio la carica batterica che ha il latte appena munto, per poter vendere quindi un prodotto semilavorato ad un prezzo maggiore. Si dovrebbe poter cambiare un intero sistema, conclude il candidato del centrosinistra, perché se gli industriali beneficiano di incentivi per la sostituzione ad esempio dei macchinari, niente di tutto questo è previsto per chi produce il latte.

 

 

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