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(FOTO) Mauro Urru, giovanissimo “Maistu de Pedde”, racconta la riscoperta di un antico mestiere

Articolo di Alessandra Useli.
Ventisettenne di Samugheo, Mauro Urru è un giovanissimo “Maistu de Pedde”. Questa sua passione nel realizzare oggetti dalla lavorazione del cuoio e della pelle è nata per caso o per meglio dire per necessità. Circa una decina di anni fa cercava degli scarponi fatti a mano e una cintura per il suo abito tradizionale del gruppo folk ma a Samugheo nessuno lavorava più la pelle, tranne alcuni anziani.

Chiese a Tziu Boriccu Tatti, uno dei Maistos Mannos allora in vita, di mostrargli come potersi confezionare da solo quello che gli serviva.

L’anziano ormai piegato dal tempo e dalla poliomielite, non prendeva ago e filo da circa venti anni, ma aveva conservato tutti gli attrezzi da lavoro. Insegnò pazientemente tutto quello che sapeva al giovane apprendista ma Mauro voleva un piccolo aiuto in questa impresa e insieme al Gruppo Folk ProLoco di Samugheo  acquistò una macchina da cucire per facilitare il lavoro.

Il talento scorre però nelle sue vene, considerato che il bisnonno, il nonno e alcuni prozii facevano i calzolai. Forse questa sua abilità è un dono ereditato e prezioso. Tra i suoi lavori ci sono bardature per cavalli, scarpe classiche di tutti i generi, cambales, piccola e grande pelletteria, ‘istias de pedde (il gilet d’agnello degli abiti tradizionali, ndr ) e cinture.

«Ora mi ritrovo a praticare quest’arte come hobby, sto cercando di farla diventare un lavoro ma non nego che le difficoltà siano parecchi – afferma Mauro – Non c’è “la moda” di farsi fare delle scarpe o delle borse fatte a mano, perché è quasi più importante la marca, non l’unicità e la qualità del pezzo. Ma comunque non mi arrenderò così facilmente».