Alcune catene di supermercati in Sardegna hanno deciso di tenere aperto il 26 dicembre, e CGIL CISL e UIL hanno indetto per quel giorno uno sciopero in tutta la regione. È vero che in quelle giornate i dipendenti percepiscono il 35 per cento circa in più sulla paga oraria, ma si parla del giorno di Santo Stefano, una festività legata alla famiglia, quindi la maggiorazione sulla retribuzione non basta a risarcire il disagio che i lavoratori subiscono per dover stare lontano dalla famiglia. “Le festività rappresentano le uniche occasioni per gli addetti del settore commercio di ritrovarsi in famiglia, a dispetto di un settore vittima e ostaggio delle pretese del consumismo più sfrenato” questo il comunicato delle tre sigle sindacali, anche in vista del fatto che il 5 gennaio in Sardegna partono i saldi e i per i dipendenti del settore commerciale anche il giorno dell’Epifania sarà lavorativo.

Non tutti però sono d’accordo, si discute molto sull’opportunità o meno di tenere aperti i centri commerciali nei giorni di festa. C’è chi sostiene che in tanti comunque lavorano durante le festività, sono molte infatti le categorie di lavoratori che non conoscono giorni di festa, ma la loro professione è legata alle emergenze, mentre assecondare il desiderio di consumismo che non vuole mai andare in vacanza è un altro discorso. I sindacati sono scettici anche rispetto al fatto che chiudere costituisca per la grande e media distribuzione una perdita di guadagno. Le statistiche dicono che nei giorni di festa, se anche ci si reca nei centri commerciali, difficilmente si fanno grandi acquisti, in queste occasioni ci si va piuttosto per una passeggiata.

Anche quest’anno prevale il proverbio “Natale con i tuoi”, infatti a festeggiare il Natale con amici e parenti sarà l’80%, delle persone contro il 78% dello scorso anno. Questi i dati di una ricerca di Confesercenti. Diminuiscono quelli che festeggeranno in viaggio, mentre resta stabile al 6 per cento, il numero di coloro che andranno al ristorante. Rimane nel solco della tradizione la scelta del menù: pesce e crostacei per la Vigilia, carni e primi della tradizione per il pranzo del 25 dicembre, con brodi, fritti e dolci tipici. Ma si affermano anche i piatti vegani, che compariranno sul 13% delle tavole, e quelli bio o a chilometro zero, scelti dal 7 per cento. In ogni caso si spenderanno in media 112 euro per il cenone o per il pranzo del giorno di Natale.

La spesa media prevista per i regali secondo un indagine di Compass Mediobanca, è in media di 330 euro, anche se il 43 per cento degli intervistati non andrà oltre i 250 euro e solo il 21 per cento supererà i 500 euro. Circa la metà del budget sarà speso per realizzare i desideri della persona considerata più importante. Gli uomini preferiscono accontentare la propria compagna, mentre le donne, scelgono di spendere per i propri figli.

I regali più gettonati sono gli articoli di abbigliamento, calzature e accessori. Al secondo posto, invece, libri e riviste. Per l’high- tech naturalmente in vetta alle classifiche degli acquisti c’è lo smartphone. Sono sempre di più gli acquisti effettuati online, ma rimane il negozio il luogo in cui la maggiore parte delle persone decide di acquistare, per poter toccare con mano ciò che compra. Un’ultima statistica che non poteva mancare: quest’anno si mangerà piu il panettone, che il pandoro. Scelto in esclusiva dal 36 percento delle persone, mentre il 33 per cento sceglierà i il pandoro, invece il 26 per cento consumerà quello che troverà sulla tavola, così senza scegliere.