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Non toccate la torre dell’Elefante, capitolo terzo: sono passati più di 13 mesi ma i ponteggi (con teli svolazzanti) sono ancora lì

Oltre il danno, la beffa. I ponteggi erano stati sistemati per sistemare i ballatoi tarlati. Per piazzare i ponteggi era stata bucata la pietra della torre. Tutto è rimasto com’era più di un anno fa (in più ci sono i teli ormai deteriorati che coprono i ponteggi) e questo è lo spettacolo deprimente che i cagliaritani e i tanti turisti che arrivano in città devono vedere davanti a uno dei monumenti simbolo. L’architetto Giovanni Capula, che la fece costruire nel 1307, si starà rivoltando nella tomba.

 

Dal novembre 2017 la torre fatta edificare dai Pisani è avvolta da un orrendo ponteggio metallico, sistemato (bucando la pietra cantone antica) per riparare i ballatoi lignei divorati da un insetto (inizialmente) sconosciuto

Con un provvedimento di “Somma Urgenza” il Comune aveva chiuso la torre per motivi di sicurezza: le travi pare fossero ormai troppo fragili. Ma il Comune ha proceduto senza aspettare l’ok della Soprintendenza. Il Comune aveva avvertito la Soprintendenza dell’intenzione di mettere in sicurezza i ballatoi, senza però chiarire che intendeva forare la torre. Sembrava una barzelletta, in realtà è tutto penosamente vero.

Fausto Martino (numero 1 della Soprintendenza) ha sporto denuncia e chiamato il nucleo TPC dei Carabinieri che hanno raccolto tutta la documentazione necessaria, per poi riscontrare un “Verosimile danneggiamento”. Il tutto poi è stato trasferito alla Procura di Cagliari. Ora il fascicolo è nelle mani della magistratura ma, a distanza di mesi, non è possibile capire se ci siano degli indagati.

Il Comune, dal canto suo, sostiene di aver applicato l’Articolo 27 del codice sulla conservazione dei Beni culturali e del paesaggio. Questo prevede che in caso di estrema urgenza, l’ente preposto alla tutela (in questo caso il Comune) possa adottare interventi urgenti senza aspettare il parere della Soprintendenza.

Per l’associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali Italia Nostra questo caso non rientra nella fattispecie. Per Italia Nostra sarebbe bastato chiudere la torre al pubblico e poi sentire la Soprintendenza, anche perché questa impalcatura non sarebbe stata necessaria per mettere in sicurezza la torre. Per l’associazione sarebbe stato sufficiente transennare e chiudere al pubblico.

Il Comune quindi avrebbe piazzato le impalcature forando la pietra solo per ispezionale le travi non sapendo bene che tipo di intervento sarebbe stato fatto (senza neanche conoscere che tipo di infestazione parassitaria stessero subendo le travi).

Un aspetto è certo: da oltre 10 anni l’onere della tutela della torre spetta al Comune, è quindi evidente che i tecnici preposti  non abbiano vigilato costantemente. In realtà esiste un programma prestabilito che calendarizza la frequenza dei controlli sui monumenti ma è di difficile attuazione per carenza di fondi.

Ma c’è monumento e monumento e di certo alla torre dell’Elefante sarebbe spettata priorità assoluta. Nel frattempo la scorsa primavera sono arrivati anche i risultati della perizia eseguita per capire che genere di parassita avesse attaccato il legno dei ballatoi. Tarli, termiti e muffe brune.

 

Le travi, che non sono originali, dovranno essere rimosse e sostituite o solo rinforzate? Ovviamente nel primo caso il lavoro sarà decisamente più lungo, impossibile al momento fare previsioni sulla riapertura al pubblico. 

Le certezze negative: sulla torre sono presenti danni di precedenti interventi con fori e macchie di ruggine, derivati dall’installazione di impalcature sistemate con la stessa metodologia di quella attuale ma realizzate in passato con il benestare della stessa Soprintendenza. Oltre al danno dei fori sarebbero state utilizzate viti di ferro e non di acciaio che poi sono arrugginite. Danni su danni. Morale della favola: chissà quando verranno tolte le impalcature. Chissà quando i turisti potranno visitare di nuovo la torre dell’Elefante. E il tempo passa: quando potremo rivedere la torre dell’Elefante così?

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